Relazione sulle attività 2024


RELAZIONE SULLE ATTIVITA’ SVOLTE

2024

CONVEGNI

Convegno internazionale di studi Mascheramenti animaleschi nelle tradizioni satiriche e carnevalesche europee dedicato a Luigi Lombardi Satriani. Palermo, Museo internazionale delle marionette Antonio Pasqualino, 8-9 febbraio 2024

La Fondazione Ignazio Buttitta, l’Associazione per la conservazione delle tradizioni popolari-Museo internazionale delle marionette Antonio Pasqualino e il Centro internazionale di ricerca e studi su Carnevale Maschera e Satira (CMS), con il patrocinio del Dipartimento Culture e Società dell’Università degli Studi di Palermo, hanno organizzato a Palermo nei giorni 8 e 9 febbraio 2024, presso il Museo internazionale delle marionette Antonio Pasqualino, il Convegno internazionale “Mascheramenti animaleschi nelle tradizioni satiriche e carnevalesche europee”.

Il Convegno (che è stato dedicato alla memoria di Luigi Lombardi Satriani) si pone in continuità con le pluriennali attività scientifiche svolte sinora dai rispettivi enti organizzatori nel campo dello studio e della valorizzazione di un patrimonio immateriale di straordinaria valenza storico-culturale quale è il carnevale.

I contenuti narrativi, le performances e i simboli rituali delle cerimonie carnevalesche presentano una diffusione e una persistenza nel tempo assai considerevoli, sebbene siano sottoposti a un processo di continua rielaborazione delle forme, dei significati e delle funzioni in relazione allo storico prevalere, contesto per contesto, di peculiari istanze politiche, economiche e sociali. I mascheramenti, le trasformazioni, l’assunzione/manifestazione rituale di identità altre, le inversioni di ruolo, di genere, di status, denunciate non solo da una ‘falsa faccia’ che ricopre il volto ma dal complessivo costume, dagli eventuali accessori, dal comportamento a-normale, da peculiari sonorità e verbalizzazioni, sono simboli rituali attestati sin da epoca proto-storica e di amplissima diffusione, poiché documentati dalla ricerca etnologica, folklorica, storico-letteraria e religiosa in una pluralità di culture. Al pari di tutti i simboli rituali e dei contesti festivi all’interno dei quali agiscono in sistemica connessione, essi sono tuttavia nella storia e, pertanto, investiti da un continuo processo di de-semantizzazione/ri-semantizzazione e di de-funzionalizzazione/ri-funzionalizzazione. Ciascuna comunità, in ragione di sempre nuove istanze dettate dalla contingenza e dalle forze e dagli interessi divergenti che la attraversano, rielabora e riplasma, con maggior o minore consapevolezza, la propria memoria culturale.

Numerose rappresentazioni vascolari greche, di età arcaica e classica, esibiscono già personaggi travestiti da animali (ad esempio uccelli, cavalli) in contesti performativi/rituali. E sappiamo che già i pionieri della commedia ateniese agli inizi del V secolo a.C. (Magnete, in primis) ricorrevano, per far ridere il pubblico, a travestimenti o a performances mimiche con cui interpretavano uccelli, moscerini, rane: sono sopravvissute fino a noi, del resto, commedie di Aristofane caratterizzate proprio dalla presenza in scena di cori animaleschi (cfr. titoli come Vespe, Uccelli, Rane). Una pratica, quella dei travestimenti teriomorfici, documentata dunque senza soluzione di continuità sin dai rituali e dalle tradizioni comico-satiriche dell’antichità, passando per il Medioevo (età di mezzo e cruciale anche sotto questo aspetto), sino all’età moderna e contemporanea. Tra i moltissimi casi che si potrebbero citare, un sermone attribuito a Sant’Eligio (dell’VIII sec. d.C.) ci segnala una serie di usi praticati nel periodo delle calende di gennaio, come travestirsi da vitello o da cervo, tenere la tavola imbandita tutta la notte, dare e ricevere regali: «mascherandosi da cervo vogliono trasformare il loro aspetto in quello di bestie selvatiche. Altri si vestono con pelli di montone; altri ancora inalberano teste di animali, e si rallegrano fino all’esultanza quando arrivano ad assumere l’aspetto di fiere al punto da non sembrare più uomini». A sua volta San Cesario condanna la pratica delle strenne e particolarmente coloro che si trasformano in bestie selvatiche indossandone teste e pelli. E tale condanna la ritroviamo nel concilio di Auxerre del 573-603 e in quello di Nantes del 658. Nelle maschere, infatti, la Chiesa vedeva la pretesa abominevole e sacrilega di «trasformare la creazione divina e di abolire la distinzione radicale dell’uomo dalla bestia», distinzione basilare della antropologia cristiana, insieme a quella tra uomo e donna pure messa in dubbio dai comportamenti e dai mascheramenti carnascialeschi.

Anche nei contemporanei carnevali folklorici euromediterranei ricorrono ampiamente mascheramenti di carattere animalesco; mascheramenti che, non solo esclusivi di certi periodi storici e di certe aree geografiche, significano piuttosto un tratto costitutivo delle performances cerimoniali e teatrali di una pluralità di culture d’ogni tempo e d’ogni luogo.

Tra le mascherate teriomorfe carnevalesche si possono annoverare ad esempio la mascherata del Cammello che ha luogo in area slavo-balcanica e quelle dell’Orso e dell’Uomo selvaggio assai diffuse nel Nord Italia, ma presenti anche in Sicilia; o ancora quelle sarde, dai caratteri marcatamente ferini, dei mamutthones e dei boes, che fanno la loro prima apparizione la vigilia di Sant’Antonio Abate insieme al fuoco della tuva.

Le relazioni sono state affidate dal Comitato Scientifico (Tiziana Drago, Giuseppe Genco, Sonia Macrì, Rosario Perricone, Pietro Sisto, Piero Totaro) a studiosi italiani e stranieri che hanno dedicato la loro attenzione al tema indicato e alle numerose questioni correlate.

Hanno partecipato: Ignazio E. Buttitta, Ferdinando Mirizzi, Piercarlo Grimaldi, Rosario Perricone, Eugenio Imbriani, Sebastiano Mannia, Antonella Mott , Giovanni Kezich, Davide Porporato, Sergio Bonanzinga, Igor Spanò, Massimo Cultraro, Sonia Macrì, Matilde Civitillo, Pietro Totaro, S. Douglas Olson, Giorgio Ferri, Marxiano Melotti, Francisco José Rodrigues Sousa , Josélia Mafalda Ribeiro Fonseca, Giuseppe Genco

Nell’ambito del Convegno è stato presentato il volume Maschera e cibo. Il carnevale e il Mediterraneo a cura di Pietro Sisto e Piero Totaro (edizioni Museo Pasqualino, 2024). Sono intervenuti: Piero Totaro, Pietro Sisto, Marxiano Melotti, Giuseppe Genco.

Convegno di studi Vite al margine. Esiliati, esuli, confinati, prigionieri. Palermo, Museo internazionale delle marionette Antonio Pasqualino, 23 – 24 maggio 2024

La Fondazione Ignazio Buttitta, in collaborazione con l’Associazione per la conservazione delle tradizioni popolari e con il patrocinio del Dipartimento Culture e Società dell’Università degli Studi di Palermo e della Fondazione Federico II, ha organizzato il Convegno di studi “Vite al margine. Esiliati, esuli, confinati, prigionieri”, che si è tenuto a Palermo il 23 e 24 maggio 2024 presso il Museo internazionale delle marionette Antonio Pasqualino. L’incontro ha avuto l’obiettivo di riflettere sull’emarginazione e sull’isolamento che nella storia dell’umanità le società più diverse hanno realizzato e realizzano nei confronti di persone e gruppi distinti a vari livelli per motivi politici, sociali e religiosi. La culturalizzazione della vita al margine è attuata in molti modi, dalla mitizzazione alla istituzione di specifiche dinamiche rituali, dalla elaborazione di narrative del limite all’esplorazione concettuale e filosofica dello spazio reso altro dalla presenza di persone e comunità sottratte al vivere corrente, agli ambienti urbani e antropizzati e respinte al margine. Riprendendo la schematizzazione dei riti di passaggio elaborata da Arnold Van Gennep, gli esuli si contraddistinguono per la plasticità e la malleabilità con le quali è costruito il loro status tanto all’interno del registro simbolico quanto sul piano delle concrete pratiche sociali. Essi attraversano la fase della fuoriuscita dalla condizione ordinaria, compiono il viaggio verso il luogo di detenzione e pena, acquisendo una temporanea condizione di sospensione esistenziale, concepita come ‘altra’ e alienante. Questa fase centrale può avere diverse tipologie di significato: in positivo, può essere intesa come spazio di creatività, di elaborazione di nuove idee, di affinamento della marcatura dell’esistenza, di valorizzazione del senso umano della resistenza e del verbale segreto; in negativo, significanti diversi, più evidenti e scontati, sono la sofferenza per il distacco dagli affetti, dal proprio contesto di vita, dalle reti relazionali correnti; la tensione dell’emarginazione, dell’impotenza, dello straniamento rispetto all’interazione costante con il flusso della vita pubblica. L’esilio può infine preludere alla fine della vita o concludersi con il reintegro nella vita precedente e nella cornice normativa. Sulla base di queste premesse il rapporto centro-margine può costituire un fertile terreno d’indagine, utile ad analizzare le strategie con cui una determinata società pensa sé stessa in termini di continuità e discontinuità rispetto all’Altro, autodefinendosi rispetto a una negatività esterna e marginalizzata, ma anche valorizzando al contrario positivamente le capacità inclusive e integrative del proprio sistema di rappresentazioni e di pratiche culturali.

Il Comitato scientifico (Ignazio E. Buttitta, Valentina Favarò, Alessandro Saggioro) ha affidato le relazioni a studiosi che hanno dedicato le loro ricerche alla condizione dell’esule, alla sua vita, alle trasformazioni degli stati d’animo, alle produzioni artistiche e letterarie; allo spazio dell’esilio in quanto ambiente concluso o aperto, con confini naturali o artificiali, declinato in forma carceraria o altrimenti disposto; agli interlocutori umani e divini implicati nelle dimensioni dell’esclusione, del margine e della (re)integrazione; alle modalità narrative e dialogiche relative all’esilio, al confino, alla prigionia e al margine; agli esiti simbolici e le rappresentazioni della marginalizzazione imposta o subita, percepita come violenza o declinata in potenzialità.

Hanno partecipato: Alessandro Saggioro, Francesca Prescendi, Francesco Paolo Bianchi, Pietro Giammellaro, Federica Zigarelli, Rosalba Panvini, Ginevra Benedetti, Ignazio E. Buttitta, Carmelo Russo, Francesca Di Pasquale, Agnese Tatì, Barbara Sorgoni, Cirus Rinaldi, Matteo Di Figlia, Laura Lettere, Roberto Alciati, Manoela Patti, Arianna Rotondo, Fabrizio D’Avenia, Laura Faranda, Fabrizio Ferrari, Paola Buzi, Gianmarco Braghi, Michele Cometa.

Convegno Il lavoro e il mare nella letteratura italiana. Bagheria, 6 novembre – Palermo, 7 novembre 2024

La Fondazione Ignazio Buttitta, proseguendo nel suo percorso di promozione di iniziative tese a favorire l’incontro di studiosi e specialisti di diversi ambiti disciplinari, in collaborazione con il Comune di Bagheria e con il Dipartimento di Scienze Umanistiche dell’Università di Palermo e con il patrocinio della Soprintendenza del Mare della Regione Siciliana, del Dipartimento Culture e Società dell’Università degli Studi di Palermo, della Fondazione Verga, del Centro di studi filologici e linguistici siciliani e dell’Istituto Gramsci Siciliano, ha organizzato il Convegno Il lavoro e il mare nella letteratura italiana, che si è tenuto tra Bagheria e Palermo dal 6 al 7 di novembre 2024.

L’iniziativa si è posta l’obiettivo di esaminare e approfondire il lavoro degli uomini del mare quale soggetto di testi letterari che documenta i processi lavorativi e concorre alla significazione testuale, sino a divenirne, talora, asse portante.

Il tema è stato poco esplorato dalla critica e meno indagato dalle scienze sociali rispetto alla cultura orale e religiosa, alle condizioni di vita e alla cultura materiale dei lavoratori delle campagne e merita pertanto di essere oggetto di studio tanto etnografico quanto critico letterario.

Il Convegno si è svolto il 6 novembre nella Sala Teatro “Monsignor Muratore” di Palazzo Butera, a Bagheria; e il 7 novembre, nell’Aula Seminari, Ed. 12, dell’Università degli Studi Palermo. L’incontro ha visto l’intervento di studiosi volto all’analisi critica dei testi letterari, ma anche l’intervento di scrittori rivolto al racconto e all’autoanalisi della propria produzione letteraria che ha per soggetto il lavoro e il mare.

Comitato scientifico: Emanuele Buttitta, Matteo Di Gesù, Alessio Giannanti.

Sono intervenuti: Giovanni Ruffino, Ignazio E. Buttitta, Rosario Castelli, Domenica Perrone, Roberta Morosini, Sergio Todesco, Matteo Di Gesù, Alessio Giannanti, Roberto Fioraso, Alessia Traina, Sebastiano Martelli, Davide Camarrone, Emanuele Buttitta, Salvatore Ferlita, Silvana Grasso.

Convegno La sacra scena: le rappresentazioni del potere nel teatro e la festa, III edizione. Palermo, 5-6 dicembre 2024.

La Fondazione Ignazio Buttitta ha organizzato la III edizione del Convegno La sacra scena dedicato quest’anno alle rappresentazioni festive e teatrali del potere.

L’incontro, che si è svolto il 5 e il 6 dicembre presso il Museo internazionale delle marionette Antonio Pasqualino, è stato realizzato in collaborazione con l’Associazione per la conservazione delle tradizioni popolari e con il Patrocinio del Comune di Palermo, del Dipartimento Culture e Società e dei Corsi di Laurea in Religioni e Culture e in Beni Culturali: Conoscenza, Gestione, Valorizzazione dell’Università degli Studi di Palermo, della Società Italiana di Storia delle Religioni, della Fondazione Federico II e della Fondazione Giuseppe e Marzio Tricoli.

Obiettivo del Convegno è stato quello di comprendere a quali esigenze e domande di senso festa e teatro rispondano nella variabilità dei contesti, quali siano le dinamiche politiche, le istanze identitarie, il lessico, i caratteri, i simboli, inscenati e condivisi dalla comunità. L’incontro si è proposto, pertanto, di riflettere da un lato sulle forme e le modalità attraverso le quali, nei diversi contesti storico-culturali, il potere viene rappresentato sulle scene teatrali e festive al fine di legittimarlo e confermarne la necessità ovvero sottoposto a critiche e ridefinizioni, dall’altro sulle strategie simboliche attraverso le quali gli organismi di potere religioso e civile si raccontano e si definiscono nella festa e nello spazio scenico.

Oggetto di riflessione è stato anche lo spazio fisico del potere, sia esso un luogo sacro, uno spazio pubblico urbano o extraurbano, e la sua individuazione, configurazione e sacralizzazione, il suo essere espressione di percorsi storico-culturali e di regimi socio-economici variabili e differenti che suggeriscono di non proporre univoche chiavi di lettura riprendendo acriticamente letture generiche e generalizzanti non particolarmente attente agli specifici contesti esecutivi.

Il “teatro del potere” è il cronotopo nel quale si esplica una narrazione, si espongono e si ribadiscono principi, valori e rappresentazioni sociali, si legittima l’ordine del mondo, si rideterminano i rapporti e si ristabiliscono le gerarchie ovvero si esercita una velata o esplicita critica dell’ordine costituito proponendo utopiche alternative. A sua volta la “festa” è essa stessa “teatro del potere”, innanzitutto perché in essa il sacro si fa presente, attraverso la ridondanza del simbolismo rituale, al fine di descrivere e narrare, legittimandolo, sospendendolo o sovvertendolo, l’ordine del mondo e della società. Le relazioni sono state affidate dal Comitato scientifico (Ignazio E. Buttitta, Valentina Favarò, Sebastiano Mannia, Alessandro Saggioro, Bernhard Zimmermann) a studiosi provenienti da prestigiosi centri di ricerca e università italiane e europee che hanno dedicato la loro attenzione ai temi indicati.

Nell’ambito del Convegno è stato presentato il volume Lezioni Italiane. Generi drammatici e contesti storico-culturali di Bernhard Zimmermann (edizioni Museo Pasqualino, 2024), con interventi di Ignazio E. Buttitta, Francesco Paolo Bianchi, Alessandro Saggioro e i lavori si sono conclusi con Il cunto di Agricane di Enzo Mancuso.

MOSTRE

Mostra fotografica Un inverno di luci. Dall’Immacolata Concezione all’Epifania, immagini di Attilio Russo

La Fondazione Buttitta, con il proposito di valorizzare e promuovere l’attività svolta da fotografi professionisti sui vari aspetti delle tradizioni popolari siciliane, ha realizzato dal 20 dicembre 2024 al 6 gennaio 2025, nella sede del Museo internazionale delle marionette Antonio Pasqualino, la mostra fotografica Un inverno di luci. Dall’Immacolata Concezione all’Epifania, volta alla conoscenza di alcune delle festività maggiormente sentite dalla comunità isolana. La mostra ha proposto una serie di immagini originali di Attilio Russo provenienti da diverse località siciliane che documentano in tutta la loro variegata fenomenologia le espressioni della cultura tradizionale legate al Natale che più si sono mantenute vitali nel corso degli anni, pur con aggiornamenti delle forme e dei contenuti. Esse hanno conservato una intensa connessione funzionale con il tessuto sociale dei territori e, tutt’oggi, sono momento e opportunità di coinvolgimento delle varie componenti delle comunità cittadine o di quartiere.

Nelle case, davanti agli altari o ai presepi, nelle strade, presso edicole votive riccamente addobbate, e nelle chiese di molti paesi ancora si ripetono gli antichi canti, eseguiti dietro compenso da suonatori specializzati o in coro dai fedeli.

Di tutto questo verrà illustrata la realtà contemporanea attraverso le immagini di Attilio Russo, etnofotografo che per decenni ha documentato la cultura popolare isolana e, in particolare, le tradizioni religiose.

La mostra è stata curata dall’arch. Monica Modica e da Emanuela Alfano.

Mostra “Máscaras de los Indios de la América Latina”

Il 23 aprile 2024 nella sede del Museo internazionale delle marionette Antonio Pasqualino è stata inaugurata la mostra “Máscaras de los Indios de la América Latina”, realizzata dall’Associazione per conservazione delle tradizioni popolari in collaborazione con la Fondazione Ignazio Buttitta. Carlos Riboty, docente dell’Università degli Studi di Palermo ha recentemente donato all’ACTP una collezione di maschere latino-americane che è entrata a far parte dell’esposizione permanente del Museo delle marionette. Le maschere testimoniano uno straordinario sincretismo culturale, sociale e religioso ma sono capaci anche di sprigionare una forza magica e al tempo stesso una forte spiritualità: in particolare, le maschere della festa della Virgen del Carmen “Mamacha” di Paucartambo in Perù, e quelle messicane e guatemalteche provenienti da vari contesti rituali e festivi.

L’inaugurazione della collezione di maschere “Carlos e Vittorio Emanuele Riboty” è stata accompagnata da una video installazione (a cura di Manfredi Matteo Cammarata), da pannelli fotografici, da una collezione di ponchos e da un altarino di oggetti devozionali e dell’arte popolare indigena.

Le maschere, a cui i maestri “mascareri” noti o anonimi hanno saputo infondere colori brillanti, fascino plastico e forza espressiva, rappresentano una soprendente mimesi dell’animalismo e di simbiosi con l’umano, senza escludere un’immaginazione che ha radici profonde nella storia e nei miti dei popoli indigeni.

Mostra fotografica multimediale “Sicilia 1954. Il viaggio musicale di Alan Lomax e Diego Carpitella”

Il Museo internazionale delle marionette Antonio Pasqualino, in collaborazione con l’Università degli studi di Palermo, il Centro Studi Alan Lomax di Palermo e la Fondazione Ignazio Buttitta, ha organizzato la mostra multimediale Sicilia 1954. Il viaggio musicale di Alan Lomax e Diego Carpitella, curata da Sergio Bonanzinga e Rosario Perricone. La mostra si è tenuta dall’1 al 30 luglio 2024 nella Sala delle Verifiche all’interno del complesso monumentale dello Steri. Nell’ambito dell’iniziativa si sono tenuti un incontro di studio introduttivo (Chiesa di Sant’Antonio allo Steri) e un concerto di canti e musiche dell’attuale tradizione orale siciliana che si pongono in continuità con quanto documentato nel 1954 da Lomax e Carpitella (corte interna di Palazzo Steri). Nel 2024 ricorre il 70° anniversario di questa fondamentale indagine etnografica e musicologica condotta in Sicilia (proprio nel mese di luglio) e il centenario della nascita di Diego Carpitella, fondatore dell’etnomusicologia scientifica in Italia.

ATTIVITA’ DIDATTICHE E DIFFUSIONE DELLA CULTURA SICILIANA

Seminario “Il ricordo di Turiddu Carnevale” nel centenario della nascita

In ricordo del centenario della nascita di Salvatore Carnevale, martedì 23 gennaio 2024, si è tenuto presso “La Putìa” di Ignazio Buttitta a Bagheria, un seminario per ricordare il sindacalista ucciso dalla mafia a Sciara nel maggio del ’55.

La vicenda di Salvatore Carnevale, bracciante e sindacalista della classe contadina barbaramente ucciso dalla mafia locale, scosse l’opinione pubblica dell’epoca tanto che Ignazio Buttitta gli dedicò la celebre composizione “Lamentu pi la morti di Turiddu Carnivali”, divenuta popolare anche grazie all’interpretazione di Ciccio Busacca. Questo lamento venne accostato da Scalabrino al celebre “Llanto por Ignacio Sánchez Mejías” di Federico García Lorca (per il torero amico morto sull’arena). Al seminario che si terrà presso la Putìa di Ignazio Buttitta in corso Umberto I, interverranno, oltre alle autorità di Bagheria, Antonino Blando, Enrico Stassi e Sara Sciortino.

Salvatore (Turiddu) Carnevale, sindacalista, nel 1951 aveva fondato la sezione del Partito Socialista Italiano di Sciara e organizzato la Camera del lavoro. Era chiamato: “l’angelo dei braccianti”. Otto giorni dopo l’assassinio, a Sciara si svolse un’altra grande manifestazione, conclusa da Sandro Pertini. Nell’occasione, fu inaugurata una lapide sul luogo del delitto, con questa scritta: «Qui nel luogo del lavoro e della lotta tra il feudo e la cava, all’alba del 16 maggio 1955, Salvatore Carnevale fu barbaramente assassinato. I compagni e il popolo posero nell’ottavo giorno del suo sacrificio come impegno di più fiera battaglia per la giustizia, per la liberazione della Sicilia».

Partecipazione al Convegno “… ne Thebanum par humilis taberna spectaret (Petr. 80, 2): tra romanzo latino e letteratura teatrale”

A quasi trent’anni di distanza dall’apparizione del volume di C. Panayotakis, Theatrum Arbitri: Theatrical Elements in the Satyrica of Petronius, Leiden 1995, che ha avuto il merito di gettare nuova luce sui rapporti intercorsi fra i Satyrica e i generali teatrali minori a Roma, suona quanto mai opportuno riconsiderare l’osmosi e le contaminazioni operatesi fra I e II sec. d.C. fra il romanzo latino e, di caso in caso, il mimo, il pantomimo, l’atellana, la palliata, la togata e la cothurnata, estendendo lo sguardo alle Metamorfosi apuleiane, ricche di allusioni e di ammiccamenti a spunti di eterogenea provenienza scenica. Proprio per un’epoca quale quella dominata dall’Arcaismo, la produttività di un simile genere d’approccio potrebbe rivelarsi foriera di risultati rilevanti, specie in rapporto al tipo di ‘consumo’ di letteratura teatrale del III-II sec. a.C. negli ambienti più élitari e nei dibattiti filologici dell’epoca. Naturalmente non meno produttiva risulterebbe un’indagine diacronica fra il testo petroniano e quello apuleiano in materia di riusi, riecheggiamenti, rimodulazioni di spunti, situazioni e personaggi di matrice teatrale nell’ordito delle rispettive narrazioni. Questi i fili tematici intorno ai quali è stato costruito il serrato dibattito critico tenutosi a Palermo presso la Sala delle Capriate di Palazzo Steri e presso il Museo internazionale delle marionette A. Pasqualino nei gg. 12-13 marzo 2024. Il Congresso è stato promosso dall’Università degli Studi di Palermo Dipartimento Scienze Umanistiche, dalla Fondazione Ignazio Buttitta e dall’Associazione per la conservazione delle tradizioni popolari. Hanno partecipato Costas Panayotakis (Glasgow University), Mario Labate (Università di Firenze), Giovanni Zago (Università di Firenze), Luciano Landolfi (Università di Palermo), Alfredo Casamento (Università di Palermo), Rosa Rita Marchese (Università di Palermo), Biagio Santorelli (Università di Genova), Lucia Pasetti (Università di Bologna), Maurizio Massimo Bianco (Università di Palermo), Anna Tsolakis (Università di Palermo), Giulio Vannini (Università di Firenze).

Ciclo di seminari “Sicilia terra in lotta: storie, contraddizioni, rivolte”

Il Laboratorio studentesco autonomo – Unipa, la Fondazione Ignazio Buttitta, l’Associazione per la conservazione delle tradizioni popolari e Trinacria.info hanno promosso il ciclo di seminari “Sicilia terra in lotta: storie, contraddizioni, rivolte” tenuti presso l’Edifici 12 dell’Università di Palermo dal 13 marzo all’8 maggio.

«Nessun paese e nessun popolo ha lottato così strenuamente per la propria emancipazione quanto la Sicilia e i siciliani». Così Karl Marx parlava a proposito della Sicilia, teatro di colonizzazioni e guerre continue, e del suo popolo che da sempre ha lottato, e continua a lottare, per la propria libertà. Quello siciliano è stato spesso concepito nell’immaginario collettivo come un popolo poco avvezzo alla ribellione, e passivo e sottomesso alle varie dominazioni straniere che si sono susseguite nell’isola. A ben vedere, tale descrizione, puramente strumentale a chi la sostiene, risulta fuorviante e smentita dai numerosi momenti di lotta collettivi portati avanti dai siciliani per rivendicare la propria autodeterminazione e il miglioramento delle condizioni di vita, nonché dai quotidiani atti di ribellione di chi affermava – con ogni mezzo di cui disponeva – il proprio dissenso verso il potere costituito.

Attraverso un percorso multidisciplinare, l’obiettivo di questi incontri è stato quello di dare spazio, all’interno dei luoghi di formazione universitari, a momenti e aspetti della storia siciliana che molto spesso sono trascurati nei programmi accademici, andando anche a evidenziare la presenza nella letteratura di un passato di rivolte tendenzialmente condannato all’oblio dai tradizionali programmi di insegnamento, e che è nostro dovere riportare in vita.

Hanno partecipato Elio Di Piazza, Sergio Bonanzinga, Giovanna Fiume, Carmelo Botta, Francesca Lo Nigro, Mariangela Ingrassia, Ignazio E. Buttitta, Matteo Di Gesù.

Le feste di San Giuseppe in Sicilia

SiciliAntica sede di Misilmeri e Fondazione Ignazio Buttitta hanno promosso l’incontro “Le feste di San Giuseppe in Sicilia”. San Giuseppe è uno tra i Santi che gode tutt’oggi in Sicilia di maggiore venerazione. Il Patriarca è protagonista di particolari festeggiamenti in numerosi paesi dell’Isola, in taluni più di una volta l’anno. Le celebrazioni in suo onore non cadono solo in prossimità del 19 marzo, ma anche nei mesi di aprile e di maggio (si pensi ai festeggiamenti per il patrocinio di San Giuseppe nella III domenica dopo Pasqua, solo formalmente cancellati e alla festa di San Giuseppe artigiano il 1° maggio) e nei mesi estivi (principalmente dalla fine di agosto a settembre), periodo in cui molti paesi della Sicilia si ripopolano, oltre che di “turisti”, di emigranti che ritornano “a casa” anche per celebrare Santi patroni e protettori, rinnovando così il proprio senso di appartenenza e riconfermando il senso dell’esserci attraverso la periodica riscoperta della propria memoria culturale. Oltre alla processione con la statua e il fercolo, tra i segmenti rituali che più diffusamente caratterizzano le celebrazioni di San Giuseppe vi sono: le questue e le offerte di frumento (sempre più spesso di denaro), le “tavole” e gli “altari”, le sacre rappresentazioni (tema ricorrente è la “Fuga in Egitto”), l’accensione di falò. Insieme ai caratteri ricorrenti nel culto pubblico di numerosi Santi, riconducibili a una pratica della fede di matrice ecclesiastica, le celebrazioni del Patriarca sembrano, dunque, presentare –quasi sempre al di fuori di ogni consapevolezza degli attori/spettatori- un simbolismo rituale di ascendenza precristiana, segnatamente di tipo agrario-ctonio (cfr. Giallombardo 1990b). Il periodo dell’anno in cui cade la celebrazione del Santo è d’altronde di particolare interesse per la vita agricola venendosi a inserire nel calendario rituale contadino come un periodo di marca. La festa di San Giuseppe in Sicilia si configura cioè come una vera e propria cerimonia di passaggio stagionale e sancisce, ribadendolo nella declinazione di un chiaro simbolismo, il trascorrimento tra l’inverno e la primavera.

L’incontro si è svolto il 15 marzo presso la Chiesa Cuore Immacolato di Maria di Misilmeri. L’incontro è stato moderato da Marco Giammona. Hanno partecipato Don Emanuele Spanò, Ignazio E. Buttitta e Giuseppe Giordano.

Inaugurazione del polo culturale “Biblioteca di letteratura italiana e di letterature comparate Giorgio e Giovanni Saverio Santangelo e Archivio bibliografico e documentale Ignazio Buttitta”

Sabato 16 marzo 2024 è stato inaugurato il Polo culturale “Biblioteca di letteratura italiana e di letterature comparate Giorgio e Giovanni Saverio Santangelo e Archivio bibliografico e documentale Ignazio Buttitta”, sito in via Aguglia 2 a Bagheria.

La sede della Fondazione Buttitta a Bagheria si propone non solo come luogo di conservazione di un prezioso patrimonio librario ma anche e soprattutto come centro di studio e di ricerca, come spazio di incontro e di dialogo tra uomini e culture secondo quello spirito di apertura per l’altro e di confronto dialogico che hanno caratterizzato le vite di Ignazio Buttitta e di Giovanni Saverio Santangelo.

Sono intervenuti il sindaco di Bagheria Filippo Maria Tripoli, l’assessore alla Cultura Daniele Vella, il presidente della Fondazione, Ignazio E. Buttitta, Emanuele Buttitta, Nara Bernardi e gli eredi di Giovanni Saverio Santangelo.

Oralità e storytelling. Da Omero alle tradizioni di Sicilia: orbi, cunto, pupi

Nei giorni 22-23 marzo 2024, presso la sede di rappresentanza dell’Università di Enna “Kore” di Siracusa, Ortigia si è svolto il Convegno internazionale di studi “Oralità e storytelling. Da Omero alle tradizioni di Sicilia: orbi, cunto, pupi”, promosso dall’Università degli Studi di Emma “Kore” con il patrocinio della Fondazione Ignazio Buttitta nell’ambito del progetto PI PRIN 2022. Il Convegno ha offerto un’occasione inedita di confronto tra studiosi di ambiti disciplinari diversi, dalla letteratura greca antica, all’etnomusicologia, al folclore, all’italianistica, fino ai performance studies. L’arte dello storytelling nelle sue più diverse forme, tecniche e manifestazioni, è stata la protagonista indiscussa del convegno. Non soltanto le parole, quindi, ma anche le immagini e alcune preziose videoregistrazioni sono state al centro delle discussioni: le fotografie in bianco e nero dei cantori orbi siciliani, i cartelloni istoriati dell’opera dei pupi e le registrazioni del celebre contastorie Peppino Celano, che intratteneva il pubblico di strada con le storie di Orlando e dei Paladini di Francia. Il convegno ha fatto emergere la straordinaria importanza che le tradizioni ancora vive dei cantori e narratori di Sicilia hanno per lo studio di altri fenomeni di oralità, non ultimo quello legato ai poemi omerici.

Hanno preso parte all’iniziativa Marinella Muscarà, Riccardo Palmisciano, Ignazio E. Buttitta, Sergio Bonanzinga, Guido Di Palma, Laura Lulli, Rosario Perricone, Sonia Macrì, Andrea Ercolani, Dario Tomasello, Alessandra Piergrossi, Gioele Zisa, Manuela Giordano, Andrea Doda, Maria Di Maro.

 

XI Congresso Internazionale di Studi sulla Sicilia Antica “Mobilità e circolazione di saperi tra Sicilia e mondo Mediterraneo (secoli VI-III a.C.)”

Dal 10 al 13 aprile 2024, l’Istituto Siciliano per la Storia Antica “Eugenio Manni”, con la partecipazione della Fondazione Ignazio, ha organizzato l’XI Congresso Internazionale di Studi sulla Sicilia Antica “Mobilità e circolazione di saperi tra Sicilia e mondo Mediterraneo (secoli VI-III a.C.).”. Si tratta di una iniziativa che mira a riprendere, dopo un’interruzione di circa vent’anni, la prestigiosa tradizione dei Congressi Internazionali sulla Sicilia antica, inaugurata nel lontano 1964 dal Prof. Eugenio Manni, fondatore dell’Istituto. Questi appuntamenti hanno sempre avuto una notevole rilevanza nel panorama scientifico internazionale in quanto hanno richiamato i migliori esperti, afferenti ad Università ed Enti di ricerca non solo italiani ma anche stranieri, nel campo delle discipline storiche, archeologiche, filologiche, epigrafiche, numismatiche, etc., che hanno presentato al vasto pubblico i risultati delle loro ricerche scientifiche su tematiche specifiche riguardanti la storia della Sicilia nel mondo antico, e dei suoi rapporti con le altre popolazioni del Mediterraneo. I dieci Congressi precedenti, organizzati con cadenza quadriennale dal 1964 al 2001, hanno sempre riscosso un enorme successo di pubblico con la partecipazione non solo di docenti e studenti universitari, ma anche cultori della storia della nostra Regione, nonché docenti e studenti delle scuole di ogni ordine e grado. Ciò ha consentito anche di promuovere e valorizzare l’immagine della Sicilia a livello internazionale, evidenziando in particolare la centralità della nostra Isola nella storia del Mediterraneo e dell’Europa.

La tematica scelta per il congresso è stata quella della “Mobilità e circolazione di saperi tra Sicilia e mondo Mediterraneo (secoli VI-III a.C.)”. Lo scopo principale è approfondire lo studio della documentazione relativa agli spostamenti di singoli individui o di piccoli gruppi da e verso la Sicilia, quali artigiani, poeti, letterati, filosofi, medici, mercenari, mercanti, musicisti, architetti, etc. Particolare attenzione sarà rivolta ai fenomeni di micro-mobilità che abbiano avuto uno specifico impatto sulla trasmissione e sulla diffusione di saperi, di conoscenze tecniche e di abilità pratiche, tale da avviare processi di graduale trasformazione in diversi campi, politico, sociale, o culturale, della comunità ospitante (in Sicilia o in altre regioni del Mediterraneo). Un altro obiettivo, strettamente legato al primo, è riprendere la discussione sui risultati raggiunti dai più recenti filoni di ricerca sul tema della mobilità mediterranea in termini sia di ermeneutica sia di ricostruzione storica. Negli ultimi decenni, infatti, si è accresciuto l’interesse verso il movimento di vettori di beni, di tecnologie e di competenze umane, con approcci teoretici che tendono a distinguere tra fenomeni di mobilità strutturale e di mobilità congiunturale, legati questi ultimi a momenti di crisi politiche e sociali, oppure allo sfruttamento di opportunità positive. Si è dato così spazio alla chiave di lettura della “connettività”, che consente di valorizzare la circolazione umana come processo sociale continuo nel tempo e inquadrabile sia nella dimensione individuale sia in quella collettiva, sganciando i fenomeni di mobilità da rigidi schemi di appartenenze culturali ed etnico-identitarie. Grazie a questo approccio è possibile mettere in risalto gli aspetti “costruttivi” dell’incontro, con uno sguardo attento ai sistemi di relazione percepibili all’interno di quadri ampi, policentrici e interconnessi.

Hanno partecipato: Maurizio Giangiulio, Flavia Frisone, Franco De Angelis, Stefania De Vido, Maria Intrieri, Cinzia Bearzot, Marco Bettalli, Gianluca Cuniberti, Lukas Ego, Roberto Sammartano, Franco Giorgianni, Astrid MoIIer, Stefano Vassallo, Antonio Franco, Rossana De Simone, Vincenzo Bellelli, Monica De Cesare, Clemente Marconi, Fabiano Di Bella, Marina Albertocchi, Antonella Pautasso, Giorgio Rocco, Sophie Bouffier, Chloe Chaigneau, Michela Costanzi, Valentina Mignosa, Alessia Coccato, Cristina Soraci, Mario Lombardo, Flavio Frisone, Franco De Angelis Stefania De Vido, Mario lntrieri, Cinzia Beorzot Marco Bettolli Gianluca Cuniberti, Lukas Ego, Franco Giorgianni, Astrid MõIIer, Vincenzo Bellelli, Monica De Cesare, Clemente Marconi, Fabiano Di Bello, Marino Alberlocchi, Giorgio Rocco Sophie Bouffier, Chloe Choigneou, Michela Mario Lombardo Costanzi, Valentino Mignoso, Cristina Soraci.

Convegno “Memorie dell’alterità: gli archivi fotografici pubblici DEA in Italia. Consistenze, problemi, prospettive”

La Fondazione Ignazio Buttitta ha patrocinato il Convegno di studi Memorie dell’alterità: gli archivi fotografici pubblici DEA in Italia. Consistenze, problemi, prospettive organizzato dall’Associazione per la conservazione delle tradizioni popolari e dalla Società Italiana per lo Studio della Fotografia. L’incontro si è tenuto il 19 e il 20 aprile 2024 nel Museo delle marionette Pasqualino.

A partire dalla seconda metà dell’Ottocento e sino ai nostri giorni, a riprova della stretta e duratura relazione instaurata tra il mezzo fotografico e le scienze sociali, in particolare le discipline DEA (demologiche, etnologiche e antropologiche), un rilevantissimo numero di raccolte d’immagini genericamente definibili di argomento etnografico, si è andato sedimentando presso istituzioni pubbliche e private del nostro Paese (analogamente, del resto, con quanto è accaduto in altri Paesi occidentali che hanno avuto a che fare con minoranze etniche, con vasti e stratificati gruppi subalterni interni al proprio territorio, o con popoli coloniali).

Frutto di un’estesa volontà di conoscenza, per lo più finalizzata alla costruzione dell’identità nazionale e al rafforzamento dell’egemonia delle sue classi dirigenti, le fotografie di argomento etnografico e antropologico costituiscono un patrimonio documentale specifico, oggetto, in genere, di scarsa attenzione da parte di studiosi e cittadini. Esse sono state, a volte, strettamente connesse con le discipline sopra richiamate ma, altre volte, hanno costituito esito di interessi diversi, legati al viaggio, alle esplorazioni geografiche, all’attività missionaria, alla documentazione del territorio, del paesaggio, dei centri minori, delle rovine e dei monumenti, ai rilievi etnomusicologici ed etnolinguistici. Questi giacimenti, spesso trascurati od obsoleti, rappresentano un prezioso strumento per l’allargamento dell’orizzonte storiografico nazionale. Al loro interno, per altro, oltre allo straordinario e polimorfo repertorio delle forme culturali e sociali legate alla Storia italiana e alle vicende coloniali, insistono immagini di grande interesse e, sovente, di grande pregio, essenziali anche per la conoscenza della vicenda complessiva della fotografia nazionale. Il convegno si propone di scandagliare, attraverso il contributo di studiosi (antropologi, demologi, sociologi, storici dell’arte e della fotografia, archivisti, filologi, conservatori e museologi) la complessa situazione degli archivi DEA, presenti presso musei nazionali, regionali, locali o afferenti a istituzioni universitarie, ovvero presso enti pubblici, con relazioni tese a delineare la loro estensione e consistenza (analizzando anche il profilo patrimoniale di alcune tra le più significative collezioni); a individuare le loro più vistose criticità sul piano dell’organizzazione scientifica e dell’ordinamento e della conservazione; a tracciare linee d’indirizzo per la loro valorizzazione culturale e scientifica, anche in rapporto ai mutati assetti geopolitici e alle mutate condizioni sociali contemporanee, che impongono un ripensamento critico e diverse modalità d’uso, scientifico e culturale, delle immagini legate all’alterità, alle classi subalterne, alle vicende coloniali.

Workshop “Piccole isole: strategie di popolamento, misure difensive e di sfruttamento economico (XVI-XX secolo)”

La Fondazione Ignazio Buttitta ha partecipato al workshop “Piccole isole: strategie di popolamento, misure difensive e di sfruttamento economico (XVI-XX secolo)” che si è tenuto a Trapani e Mozia dal 13 al 15 giugno 2024.

Nelle ultime decadi il dibattito storiografico ha rivolto particolare attenzione alla specificità – politica, economica, sociale – delle realtà insulari, mettendo anche in rilievo quanto fosse necessario adottare approcci metodologici differenti in base all’estensione territoriale, alla collocazione geografica, al grado di interazione con la terra ferma. Muovendo su spazi e contesti ampi, dall’area mediterranea a quella atlantica, l’approfondimento di numerosi casi di studio ha consentito di delineare un patrimonio condiviso dal quale prendere le mosse per aggiungere importanti tasselli alla comprensione delle politiche e delle strategie di governo adottate, tra età moderna e contemporanea, per creare stabili assetti demografici, per assicurare un indotto economico, per dotare le isole “antemuralla” di linee difensive efficaci.

Su tali premesse si è basato il workshop “Piccole isole: strategie di popolamento, misure difensive e di sfruttamento economico (XVI-XX secolo)” che si è svolto a Trapani e a Mozia dal 13 al 15 giugno 2024. L’incontro, che rientra fra le attività del progetto «Gouverner les îles: territoires, ressources et savoirs des sociétés insulaires, XVIe – XXIe siècle» (Gouviles), e dei progetti PRIN 2022 «Loyalty Allegiance Consensus. Europe and Spanish Colonies in 18th century» e «Nations at arms. Public institutions, political violence and civil society in the modern and contemporary Mezzogiorno», è stato articolato in tre aree tematiche: Misure difensive; Le piccole isole come colonie penali; Lo sfruttamento economico. Ognuna di queste sessioni ha visto sia la partecipazione di studiosi di riconosciuta competenza sull’argomento, sia il coinvolgimento di ricercatori attraverso la pubblicazione di una call for papers. L’intento è stato di garantire un proficuo confronto fra gruppi di ricerca che hanno già condiviso risultati e obiettivi e nuove componenti che possano arricchire il dibattito e le prospettive di indagine. Con un approccio interdisciplinare e con uno sguardo di lunga durata, ogni sessione ha inteso tenere un impianto comparativo sia in termini spaziali che temporali. Le giornate di studio si sono concluse con una tavola rotonda volta a far emergere le linee da approfondire per la pubblicazione di un numero monografico per la rivista Mélanges “Italie et Méditerranée modernes et contemporaines” (https://journals.openedition.org/mefrim/).

Il workshop è stato coordinato da Valentina Favarò.

Scuola estiva di metodologia semiotica Paolo Fabbri

Dal 7 al 12 luglio si è svolta a Erice la terza edizione della Scuola estiva di metodologia semiotica Paolo Fabbri, promossa dal Circolo Semiologico Siciliano in collaborazione con la Fondazione Ignazio Buttitta e l’Associazione per la conservazione delle tradizioni popolari.

Il progetto, in continua crescita, ha visto la partecipazione di studenti, dottoranti e ricercatori sia italiani che internazionali. Il tema di quest’anno è stato quello dell’immagine, vista anche la coincidenza con il sessantesimo dalla pubblicazione di Retorica dell’immagine di Barthes. Hanno partecipato, tra gli altri, Lucia Corrain, Jean-Marie Klinkenberg, Isabella Pezzini, Victor Stoichita. Coordinamento di Gianfranco Marrone.

Progetto Musedu for inclusion

La Teacch House Onlus in partenariato con l’Associazione per la conservazione delle tradizioni popolari / Museo internazionale delle Marionette A. Pasqualino, l’Associazione di promozione sociale “5atuttotondo”, E.M. Associazione A.R.C.E.S e la Fondazione Ignazio Buttitta è risulta vincitrice di un bando per interventi socio-educativi strutturati per combattere la povertà educativa nel Mezzogiorno a sostegno del Terzo Settore – finanziato dall’Unione Europea nell’ambito di NextGenerationEU.

Il progetto prevede un programma multidisciplinare, che a partire dai bisogni specifici dei minori, presenti una proposta formativa dedicata, offrendo nuovi strumenti di fruizione e conoscenza del patrimonio culturale, museale e orale, del teatro di figura e del gioco tradizionale, attraverso esperienze interattive tali da favorire l’inclusione e l’interculturalità, grazie anche all’applicazione di nuove tecnologie. Le attività per il loro carattere laboratoriale e integrate offrono un’occasione di orientamento e di inclusione promuovendo lo scambio intergenerazionale e la conoscenza ed acquisizione di competenze e consapevolezza del sé a partire dalla riscoperta del patrimonio materiale e immateriale locale. La metodologia si basa sui principi dell’educazione informale e non formale e sull’approccio pedagogico del learning by doing, certi che l’esperienza diretta e il coinvolgimento attivo “nel fare” faciliti l’apprendimento permanente e consapevole, facendo sviluppare nuove competenze, capacità creative ed emotive, l’autostima, le capacità sociali e comunicative, il senso di appartenenza e cura della comunità. Le attività presentano dunque un assetto laboratoriale e sono caratterizzate da una relazione orizzontale, interattiva e flessibile tra educatori e destinatarie.

La Fondazione Buttitta, in particolare, interviene fornendo due percorsi formativi teorico-pratici, uno sul tema “Ricerca sul campo etno-antropologica”, (che, a partire dall’apprendimento del concetto di patrimonio immateriale, condurrà gli allievi attraverso un percorso di conoscenza e di applicazione pratica della ricerca etnografica mediante indagini, osservazione e interviste sul campo) e l’altro sulle Tradizioni popolari siciliane (percorso sarà articolato in una serie di incontri teorico-pratici incentrati sulle espressioni artistiche e culturali della tradizione popolare: il teatro, il Cunto, le danze, i canti e le musiche del tamburo a cornice della cultura etnografica dell’Isola). Nel 2024 sono stati avviati i lavori preparatori (incontri con il coordinamento, contatti con le scuole) mentre i due percorsi formativi si realizzeranno entro maggio del 2025.

Canta e cunta. Festival popolare siciliano La Fondazione Buttitta ha collaborato alla quarta edizione del Festival popolare siciliana Canta e Cunta, promosso dal movimento Si Resti arrinesci. Nato nel 2020, in occasione del trentesimo anniversario della scomparsa di una delle figure più importanti della musica popolare siciliana, Rosa Balistreri, il festival Canta e Cunta è tornato in una nuova edizione, ponendo il focus su Ignazio Buttitta e altri protagonisti della cultura popolare isolana. Alloro Fest L’Associazione Gruppo Folklorico “Conca d’oro”, in collaborazione con l’Associazione MOOD e con il sostegno della Fondazione Buttitta, dopo il successo degli anni precedenti, ha realizzato, nel mese di settembre 2024, la quinta edizione della rassegna “L’ALLORO FEST” all’interno del “Giardino dei Giusti”. L’edizione 2024, arricchita rispetto alle precedenti, ha proposto un calendario fitto di iniziative, quali; concerti musicali, spettacoli di cantastorie, presentazioni di libri, conferenze, laboratori ludico-ricreativi. Nell’ambito dell’Alloro Fest, il 20 settembre è andato in scena MORIRE PER VIVERE di Emanuele Buttitta, da un’idea di Pino Apprendi. Maria Teresa Coraci, Enrico Stassi e Emanuele Buttitta hanno proposto in versi e in musica alcuni brani dell’universo poetico di Ignazio Buttitta dedicati alle lotte contadine e sindacali nella Sicilia del dopoguerra. L’incontro è stato introdotto da Ignazio Rosato e Dino Paternostro. Reading “Il ritorno di Colapesce” nell’ambito di Una marina di libri L’8 giugno la Fondazione Buttitta e Mesogea hanno curato il reading “Il ritorno di Colapesce” con letture tratte da Colapesce di Ignazio Buttitta, interpretate da Salvo Piparo e interventi di di Ignazio E. Buttitta e Caterina Pastura. L’iniziativa si è svolta nell’ambito del festival letterario Una marina di libri (Villa Filippina, 6-9 giugno 2024). Santa Rosalia a Palermo: pupi, cunti e triunfi per il 400esimo anniversario del Festino” La Fondazione Buttitta ha patrocinato l’iniziativa “Santa Rosalia a Palermo: pupi, cunti e triunfi per il 400esimo anniversario del Festino”, un progetto, supportato dal Comune di Palermo, ideato dall’Associazione per la conservazione delle tradizioni popolari – ETS. Dal 20 maggio al 2 luglio, si è svolto un ricco programma di spettacoli e incontri didattici tenuti nelle periferie urbane e metropolitane di Palermo. Un progetto che mira a redistribuire l’offerta teatrale in aree lontane dal centro cittadino e che propone tematiche di interesse collettivo al fine di recuperare, valorizzare e diffondere l’immaginario popolare e le forme artistiche tradizionali e creative. I pensieri sull’imitazione di Joahnn Winckelmann La Fondazione Buttitta ha partecipato al Convegno internazionale I pensieri sull’imitazione di Johann Joachim Winckelmann. Fonti, ricezione, sopravvivenze, realizzato a Palermo dal 17 al 19 giugno 2024 e ospitato da Palazzo Chiaromonte-Steri e dal Museo Pasqualino. L’iniziativa è nata in occasione della nuova edizione italiana dei Pensieri sull’imitazione a cura di Michele Cometa (Aesthetica edizioni, 2024). Hanno promosso il convegno il Dipartimento Culture e Società, A.S.CENT. Centre of Advanced Studies, il Dottorato di ricerca in Cultura Visuale dell’Università degli studi di Palermo, Winckelmann-Gesellschaft, SIE Società italiana di estetica, l’Accademia degli Agiati di Rovereto, la Fondazione Ignazio Buttitta, il Museo internazionale delle Marionette Antonio Pasqualino. Hanno partecipato: Massimo Midiri, Patricia Salomoni, Ignazio E. Buttitta, Rosario Perricone, Antonello Miranda, Roberta Coglitore, Michele Cometa, Max Kunze, Élisabeth Décultot, Stefano Ferrari, Paolo D’Angelo, Eric Moormann, Giovanni Lombardo, Federica La Manna, Gabriella Catalano, Lavinia Sole, Elena Agazzi, Stephanie Gerrit-Bruer, Francesca Tucci. V edizione del Canta e cunta Festival

La Fondazione Ignazio Buttitta ha patrocina e sostenuto la V edizione del canta e cunta Festival, che si è tenuto dal 13 al 15 settembre a Villa Filippina. Il festival, promosso dall’associazione Si Resti Arrinesci, ha presentato, proiezioni di documentari e spettacoli. Tra le iniziative in rassegna: “Omaggio a Rosa Balistreri: racconti e musiche con Elena Carlino, Mimmo La Mantia e Tobia Vaccaro”, concerti del Collettivo Folk Palermo, di Tavola Tonda Trio, de Le Matrioske, dei Tamuna e di Mario Incudine; proiezione di “Il debutto” di Laura Schimmenti, Gianluca Donati e Andrea Zulini e proiezione di ‘’Sdisanurati’’ di Antonio Macaluso e Costante La Bruna.

Festival di Antropologia e Storia delle Religioni “Nella Terra di Diana” La Fondazione Ignazio Buttitta ha patrocinato la sesta edizione del Festival di Antropologia e Storia delle Religioni “Nella Terra di Diana”, promosso dal Museo delle Religioni “Raffaele Pettazzoni”. L’iniziativa si è tenuta giovedì 5 settembre a Roma presso il Centro di Cultura “Antico e Moderno” e da venerdì 6 a domenica 8 settembre a Genzano di Roma presso il Palazzo Sforza-Cesarini. Nell’ambito del Festival, nel pomeriggio del 6 settembre, sono stati presentati i volumi Il teatro e la festa. Il tempio, la piazza, la scena a cura di Igor Spanò (Fondazione Buttitta, 2023) e La sacra scena. Spettacolo e rito dal mondo antico alla contemporaneità folklorica, a cura di Gioele Zisa (Fondazione Buttitta, 2024). È intervenuto Igor Spanò. Patrocinio Premio Balistreri Favara La Fondazione Buttitta ha patrocinato la XXIII edizione del Premio Rosa Balistreri Alberto Favara promosso dall’Associazione Conca d’Oro svoltasi il 29 novembre nella Chiesa Sata Maria degli Angeli della Gancia. I premi sono stati conferiti a Maria Fasolo, Gino Campanella, Mary Cipolla, Francesco Viviano, Anita Pomario, Alba Cavallaro, Francesco Maria Martorana e Jacopo Tomatis. Orazio Strano, Turiddu Bella e la tradizione dei cantastorie a Riposto Sabato 31 agosto nella sede di Palazzo Vigo a Riposto si è tenuto l’incontro Orazio Strano, Turiddu Bella e la tradizione dei cantastorie a Riposto. Sono intervenuti Sergio Bonanzinga, Giuseppe Giordano, Egle Mazzamuto, Alfio Patti, Maria Bella e il cantastorie Luigi Di Pino. La manifestazione è organizzata dall’Associazione ‘Museo del cantastorie siciliano’, dal Centro Studi Alan Lomax e dal Comune di Riposto con il patrocinio della Fondazione Ignazio Buttitta e del Museo Internazionale delle Marionette Antonio Pasqualino di Palermo. Feste e calendari cerimoniali. Un percorso multidisciplinare La Fondazione Buttitta ha partecipato al Convegno Feste e calendari cerimoniali. Un percorso multidisciplinare che si è tenuto presso il Museo internazionale delle marionette Antonio Pasqualino il 16 ottobre. Realizzato nell’ambito del progetto “The art of the stage in Bronze Age Anatolia. Reconstructing Hittite festivals using texts, images and comparative cultural anthropological evidence”, l’incontro ha proposto riflessioni e casi di studio sulla festa e su altre performances rituali di carattere pubblico in quanto fenomeni religiosi, sociali e politici, nonché sui presupposti organizzativi e sulle forme storiche dei calendari cerimoniali di diversi contesti storico-culturali, dal mondo antico alle società contemporanee.

Presentazione del volume di Antonino Serina

La Fondazione Buttitta ha promosso la presentazione del volume di Antonino Serina, edizioni Gruppo Albatros Il Filo (2023), tenutasi il 15 maggio presso il Museo internazionale delle marionette Antonio Pasqualino. Antonino Serina a partire dalla sua esperienza fra le popolazioni africane (Nilote, Nilo-Camite e Bantu) va alla verifica etnofilosofica – corredata da teorie di scienziati e filosofi, con particolare attenzione a Carlo Rovelli – della complementarietà degli opposti, che vale più del principio d’identità, e della partecipazione dell’io alla vita dell’intero universo. È un universo differente da quello occidentale, dove il divenire vale più dell’essere e la forza vitale si rivela creatrice e distruttrice. Questi elementi, che Serina studia approfonditamente, sono presenti anche nelle popolazioni persiane, egizie e nel di Platone. L’autore dedica, infine, parte dello studio per mettere a confronto la filosofia naturalistica e la teoria della gravità quantistica a loop di Carlo Rovelli, concludendo così la trilogia composta da (2019) e (2020), entrambi pubblicati da Edizioni Arianna.

Sono intervenuti Marco Bassi, Rosario Perricone, Pietro Di Nicolò, Ignazio Grillo e, con intervento registrato, Carlo Rovelli.

Patrocinio convegno Dialoghi di pace: religioni a confronto tra controversie e conciliazioni

La Fondazione Buttitta ha patrocinato il convegno Dialoghi di pace: religioni a confronto tra controversie e conciliazioni, curato da Mariangela Monaca e Patrizia Spallino. Al convegno, che si è tenuto dal 25 al 27 novembre a Palermo presso i locali dell’Officina di Studi Medievali (OSM), sono intervenuti, tra gli altri: Giulia Sfameni Gasparro, Juana Torres, Rossana Barcellona, Chiara Cremonesi, Ana Vicente Sànchez, Vincenzo Quadarella, Auretta Sterrantino, Marinella Ceravolo,

Annunziata Rositani, Marianna Ferrara, Silvia Romani, Arianna Rotondo, Luciana Pepi. Nell’ambito del convegno si è tenuto lo spettacolo “Sette” di Auretta Sterrantino e Vincenzo Quadarella, con la partecipazione di Giulia Messina e Carlotta M. Messina (Museo Pasqualino, 26 novembre).

Accordo di collaborazione scientifica con le Accademie di Belle Arti di Palermo e Verona La Fondazione Buttitta ha aderito alla rete scientifica promossa dalle Accademie di Belle Arti di Palermo e Verona ai fini del cofinanziamento di una borsa di studio per il Corso di Dottorato di Ricerca in Mediascape, ricerca e produzioni artistiche transculturali. Il progetto, realizzato con il sostegno del Ministero dell’Università e della Ricerca nell’ambito di NextGenerationEU, è finalizzato allo svolgimento di lavori di ricatalogazione, digitalizzazione e arricchimento dell’Archivio Etnografico Siciliano da parte del vincitore della borsa di studio. Patrocinio Premio Riviera dei marmi di Custonaci La Fondazione Buttitta ha patrocinato l’edizione 2024 del Premio Riviera promosso dal Comune di Custonaci, tenutosi presso i Giardini Comunali di Custonaci. Nato nel 1964 durante il boom economico legato alla produzione marmifera locale, il Premio mantiene oggi la sua importanza come simbolo dell’identità e della produzione del territorio. Con un passato prestigioso che ha visto premiati personaggi come Ungaretti e la presidenza di Lucio Piccolo, il Premio continua a distinguere personalità che danno lustro alla Sicilia in vari campi. Il Premio è stato conferito a Salvo Toscano, Valeria Li Vigni, Antonella Ferrara e Gaetano Savatteri. Inoltre, ha ricevuto una menzione speciale anche Tiziana Martorana, caposervizio della Tgr Rai Sicilia e consigliere dell’Ordine dei Giornalisti della Sicilia. Patrocinio Festival di Morgana

La Fondazione Ignazio Buttitta ha patrocina la 49° edizione del Festival di Morgana, dedicato a La magia dell’Opera dei Pupi. Il festival, promosso dall’Associazione per la conservazione delle tradizioni popolari, si è svolto dall’8 al 23 novembre 2024.

L’edizione del Festival di Morgana ha visto la partecipazione delle compagnie che, da tutta la Sicilia, hanno aderito alla Rete italiana di organismi per la tutela, promozione e valorizzazione dell’Opera dei pupi: #OPERADEIPUPI.IT#. Un’iniziativa partita dal Museo delle Marionette e arrivata già molto lontano: oltre a essere promotore e referente della rete, il Pasqualino è infatti accreditato a svolgere funzioni consultive presso il Comitato Intergovernativo per il patrimonio culturale immateriale dell’Unesco. Un ritorno alle origini (Morgana nasce nel ‘75, in occasione dell’apertura del Museo, proprio come rassegna dell’Opera dei pupi), ma con uno sguardo nuovo, in cui ogni compagnia ha realizzato un ciclo di spettacoli sia a Palermo, sede del Festival, sia nei luoghi della memoria: castelli, teatri in giro per la Sicilia, coinvolgendo anche Acireale, Alcamo, Carini, Cinisi, Messina, Paternò, Siracusa, Sortino.

Patrocinio rassegna Rosalia di Palermo La Fondazione Ignazio Buttitta ha patrocinato la rassegna Rosalia di Palermo, promossa dall’Associazione per la conservazione delle tradizioni popolari – Museo internazionale delle marionette Antonio Pasqualino e realizzata con il sostegno del Comune di Palermo nell’ambito delle iniziative artistico-culturali a corollario del 400° Festino di Santa Rosalia. La manifestazione, incentrata sul patrimonio culturale immateriale della città di Palermo, con particolare riferimento a pratiche sociali, ai riti, alle feste e alle tradizioni vive, dedicate al culto della sua patrona, Rosalia Sinibaldi, si è svolta dal 10 luglio al 29 dicembre nel Museo internazionale delle marionette Antonio Pasqualino e nella sede dell’Archivio Storico Comunale. Sono andati in scena sette spettacoli tradizionali: l’Opera dei pupi, riconosciuta a livello internazionale grazie al suo inserimento nella Lista UNESCO dei Capolavori del patrimonio orale e immateriale dell’umanità nel 2001; il triunfu, celebrazione devozionale tradizionalmente diffusa dai ninnariddari e dai cantastorie ciechi; e il cuntu, racconto orale della tradizione siciliana.   ATTIVITA’ DI RICERCA – Ricerche sulle conseguenze della pandemia sulle espressioni performative della religiosità popolare – Ricerche sui culti mariani nella Sicilia occidentale

– Ricerche sulle espressioni teatrali e musicali tradizionali siciliane

– Ricerche sul Patrimonio immateriale siciliano e sulle strategie di valorizzazione (San Giuseppe, Settimana Santa)

– Indagini sulla cerimonialità tradizionale e gli spazi e le tecniche del lavoro contadino e marinaro

– Ricerche sui processi ergologici tradizionali, artigianato e fenomeni festivi, musicali e performativi svolte in collaborazione con i Corsi di laurea di Beni culturali e di Laurea magistrale in studi storici antropologici e geografici dell’Università di Palermo.

Proseguiranno inoltre le ricerche già avviate nel corso del 2022 riguardanti il culto delle l’Airmuzzi santi a Bagheria, i pellegrinaggi nelle province di Palermo e Agrigento; i riti e cerimonie in area etnea, con particolare attenzione ai pellegrinaggi ed alle edicole votive e le indagini sull’etnografia confraternale nel comprensorio di Enna.

PUBBLICAZIONI

Collana Acta Diurna

  • La sacra scena. Spettacolo e rito dal mondo antico alla contemporaneità folklorica. Atti della I giornata di studi Palermo, 16 novembre 2022
  • La montagna: miti, simboli, immagini, storie, culture. Atti del Convegno internazionale di studi Geraci Siculo, 19-21 settembre 2022

Collana Biblioteca Cultura Siciliana

Le pubblicazioni della collana Biblioteca della Cultura Siciliana sono principalmente rivolte alla promozione della conoscenza dei classici della cultura siciliana e dell’opera di Ignazio Buttitta. Ogni volume è accompagnato da un’ampia introduzione critica curata da studiosi dell’opera di ciascun autore.

– Sintimintali di Ignazio Buttitta, a cura di Emanuele Buttitta con introduzione di Salvatore Ferlita

Collana Ieri e Oggi

La collana Ieri e oggi è dedicata alla promozione e alla divulgazione della cultura materiale e delle tradizioni popolari siciliane.

  • Passato, presente e rifunzionalizzazione delle tradizioni alle Egadi. Il calendario cerimoniale di Laura Borino

ARCHIVI, BIBLIOTECHE E COLLEZIONI

FONDO GIORGIO E GIOVANNI SAVERIO SANTANGELO E ARCHIVIO DOCUMENTALE E BIBLIOGRAFICO IGNAZIO BUTTITTA – BAGHERIA

La Fondazione Buttitta, grazie a una convenzione stipulata con il Comune di Bagheria, ha istituito nel 2021 una Biblioteca di letteratura italiana, siciliana e di letterature comparate che include circa 12.000 volumi e 1.000 riviste provenienti dalle collezioni private di Giorgio e Giovanni Saverio Santangelo, frutto della donazione liberale della famiglia, e il Fondo Ignazio Buttitta costituito da circa 750 libri della biblioteca personale del Poeta e da circa 135 tra dipinti, disegni, fotografie, disegni, quadri e manifesti d’epoca che illustrano le numerose attività poetiche e sociali a cui Buttitta prese parte.

Tra il 2021 e il 2024 i volumi sono stati opportunamente collocati in sezioni, è stato realizzato un piano topografico della biblioteca e, per l’allestimento dei locali, sono stati acquistati librerie, mobili da ufficio e attrezzature informatiche. Sono stati effettuati lavori di restauro (infissi, portoncino) e si sono svolti i lavori di inventariazione con l’ausilio di un collaboratore a tempo determinato opportunamente formato. Nel 2023 e nel 2024 sono proseguiti i lavori di inventariazione dei volumi e sono state avviate le operazioni di catalogazione in SBN. La Biblioteca è inclusa nella serie inventariale del Polo PA1 codice PA0557 della Fondazione Ignazio Buttitta. La sede è dotata di rete internet wifi e videosorveglianza.

Il polo è reso fruibile nei giorni lunedì, mercoledì e venerdì dalle ore 9 alle ore 13.

La sede, concessa in comodato d’uso gratuito dal Comune di Bagheria, si trova in via Aguglia 2.

La Biblioteca risulta così articolata:

  1. SEZIONE BUTTITTA

Nel 2018 è stato acquisito un importante patrimonio documentale e bibliografico appartenuto a Ignazio Buttitta che include volumi e riviste della sua biblioteca personale. I volumi sono di carattere letterario, narrativo, poetico, saggistico, politico, filosofico, italiano e straniero. Una parte cospicua del fondo è attualmente conservata in apposite buste trasparenti a scopo di tutela e conservazione.

Sono stati catalogati e inventariati n. 725 volumi; Manifesti, dipinti, disegni, fotografie Fondo Ignazio Buttitta. Sono state effettuate operazioni di: Compilazione di schede di catalogazione di manifesti, dipinti, disegni, fotografie d’epoca; Inventariazione; Apposizione di etichette con numero progressivo corrispondente al numero di inventario. Sono stati catalogati e inventariati n. 135 beni.

  1. SEZIONE SANTANGELO

La sezione raccoglie testi di Critica della letteratura italiana, filologia e linguistica, Storia e critica della letteratura italiana e francese, Teoria e critica della linguistica italiana, Storia e letteratura della Sicilia e del Mediterraneo, Storia e critica delle letterature comparate nonché volumi dedicati alle Scienze umane, al Teatro, al Cinema, all’Estetica e alla Semiotica unitamente a un ampio segmento di testi di consultazione generale.

BIBLIOTECA DELLA CULTURA SICILIANA

La Fondazione Ignazio Buttitta sin dalla sua costituzione, avvenuta nel 2005, ha curato la creazione di una biblioteca a servizio interno, con specifici riferimenti alle ricerche e alle iniziative promosse dalla stessa. Il nucleo iniziale negli anni è stato implementato metodicamente sino a rappresentare un punto di riferimento nel territorio comunale e regionale per gli studi specialistici sulla storia della Sicilia, sul folklore, le tradizioni popolari e le scienze sociali. La biblioteca, dal 1° luglio 2015, ha sede a Palermo nei locali di via delle Pergole 74 a Palazzo Tarallo, concessi in comodato d’uso gratuito dal Comune di Palermo a seguito della stipula di un protocollo di intesa finalizzato alla costituzione di un Polo Archivistico-Bibliotecario sulla cultura tradizionale siciliana di cui fanno parte anche il Folkstudio di Palermo, l’Associazione per la Conservazione delle Tradizioni Popolari, il Circolo Semiologico Siciliano e il Cidim di Roma. La Biblioteca è stata annessa ufficialmente alle strutture cooperanti del Polo PA1 e ha ottenuto il codice PA0557 che la identifica tra le Biblioteche di Centri Studi, Istituti ed Associazioni Culturali.

La Biblioteca è articolata nelle seguenti sezioni: Antropologia, Collane Sellerio, Opere Varie, Consultazione Generale, Fondo “Sicilia”, Fondo “Folkstudio” con pubblicazioni e riviste a tema etnomusicale e etnoantropologico risalenti agli anni ‘70, Fondo “Bagheria”, “Fondo CIDIM”, “Fondo Guggino” che ospita volumi provenienti dall’Istituto Storico-Geografico dell’Università degli studi di Palermo. La Biblioteca inoltre raccoglie circa 500 tesi di Laurea e/o di Dottorato riconducibili alle sessioni degli a. a. 2004-2016 e circa 350 tesi di Laurea che vanno dagli a.a. 1950-1990.

Tra il 2022 e il 2024, grazie a donazioni, sono stati acquisiti: il Fondo Dawson; il Fondo D’Onofrio, il Fondo Maria Caterina Ruta, il fondo “Sicilia”, donato da Ignazio E. Buttitta, ancora da catalogare e un cospicuo numero di pubblicazioni di Aurora Buttitta, sorella del Poeta, ancora da censire e inventariare, che confluiranno in un futuro fondo.

La Biblioteca è fruibile dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle ore 13.

ARCHIVIO FOTOGRAFICO

La Fondazione ha acquisito un ampio patrimonio fotografico costituito dalle immagini di vari fotografi siciliani, nell’intendimento di promuovere l’attività fotografica di giovani autori e di valorizzare la fotografia etnografica di autori siciliani già affermati. Le immagini, messe in mostra nel corso delle varie esposizioni realizzate dal 2006 a oggi e archiviate presso la sede di via Antonio Veneziano, sono di noti fotografi come Enzo Brai, Melo Minnella, Giuseppe Leone, Attilio Russo, Gaetano Pagano e di autori più giovani o meno celebri quali Dario De Blasi, Fabio Sgroi, Filippo Mannino, Francesco Faraci, Giacomo D’Aguanno, Benedetto Galifi, Nino Russo che, tuttavia hanno saputo documentare alcuni aspetti della tradizione popolare ed etnoantropologica non solo siciliana nonché testimoniare fenomeni etnografici legati all’attualità. Di particolare interesse, inoltre, il corpus di fotografie relativo alla Settimana Santa delle province spagnole di La Rioja e Castiglia y León, a opera di autori vari tra cui José Manuel Alfaro, Rafael Sanz Lobato, Rafael López-Monné, che sono considerati i padri della fotografia etnografica spagnola.

Archivio Attilio Russo.

Il fotografo Attilio Russo, scomparso nel 2024, ha conferito alla Fondazione Buttitta il suo pregevole archivio fotografico: un cospicuo patrimonio documentale di molte migliaia di scatti, frutto di oltre 45 anni di ricerche che documentano le tradizioni religiose siciliane.

GAPS – GALLERIA DELLE ARTI POPOLARI SICILIANE

La Fondazione Ignazio Buttitta è dotata di un proprio patrimonio artistico e, segnatamente, di oggetti di arte popolare, frutto delle donazioni di Antonino Buttitta, Flora Buttitta e degli altri componenti del Consiglio di Amministrazione. Esso è composto da opere di arte popolare, tra le quali: pitture su vetro dei secc. XVIII e XIX, ceramiche di Collesano, Caltagirone e Burgio dei secc. XIX e XX, parti di carretto siciliano, pupi siciliani e napoletani e relative scene teatrali, veline serigrafate per agrumi e un’importante collezione di tavole da carretto dipinte dal pittore bagherese Emilio Murdolo con scene di paladini, ed è in larga parte esposto nella Galleria delle Arti Popolari Siciliane che ha sede presso l’ex Convento dei Cappuccini di Geraci Siculo. La Galleria è inserita in un sistema museale di esposizioni etnografiche, il MUSeBArch, del quale fanno parte vari allestimenti tra i quali “La casa dei mestieri scomparsi delle Madonie e le ricostruzioni di ambienti lavorativi e di vita domestica”, una sezione dedicata all’artigianato domestico, “Il corredo della sposa”, oltre che la esposizione di pregevoli volumi “De Arte venerandi cun avibus” di Federico II e una sezione dedicata al patrimonio archivistico-storico del Comune di Geraci Siculo.

Sulla pagina https://www.fondazioneignaziobuttitta.org/pupi-palermitani/ è possibile visualizzare Pupi palermitani e napoletani, scene e cartelli, ritratti e pupi in scena, ceramiche di Caltagirone ed ex voto in cera facenti parte della collezione esposta presso la GAPS.

ARCHIVIO IGNAZIO BUTTITTA

La Fondazione Ignazio Buttitta ha costituito, nel corso della sua attività, l’Archivio Ignazio Buttitta, frutto di donazioni della famiglia Buttitta, di componenti del CdA della Fondazione, di amici e di studiosi che, a vario titolo, si sono occupati dell’opera e della vita del poeta siciliano. L’Archivio include, tra l’altro: le raccolte poetiche di Ignazio Buttitta, quaderni di appunti e bozze del Poeta a partire dal 1959, sceneggiature dattiloscritte di opere teatrali, copie di dediche, articoli di giornali, fogli e documenti dattiloscritti, corrispondenza, trascrizioni, fotografie, registrazioni e vario altro materiale documentale. L’Archivio Ignazio Buttitta è stato catalogato e parzialmente reso fruibile on line. Vedasi scheda in aggiornamento qui: https://www.fondazioneignaziobuttitta.org/archivio-ignazio-buttitta/. Dei documenti inseriti in elenco non è mai stata avviata una digitalizzazione sistematica, solo alcuni dei materiali sono stati acquisiti in questi anni con una strumentazione e con un software oggi del tutto superati. Dal 2007 a tutt’oggi sono stati recepiti altri documenti, fotografie e altro materiale trasmessi da conoscenti o amici del Poeta o da eredi di questi ultimi, da ordinare e schedare. Questi consistono, tra le altre cose, di una ventina di “quaderni” del poeta di estremo interesse filologico, che riportano le stesure successive di molte delle sue opere, nonché appunti riguardanti fatti sociali, incontri, informazioni e riflessioni, sia di carattere letterario che personale. La Fondazione possiede, inoltre, in copia singola o doppia, l’opera di Ignazio Buttitta, sia raccolte poetiche che testi teatrali, la maggior parte dei quali oggi non più reperibili sul mercato delle case editrici. Inoltre, negli anni successivi sono stati acquisiti, tramite donazione della famiglia Buttitta, ulteriori documenti non ancora censiti. Questi ultimi, riguardano in particolare documenti relativi ai testi teatrali e si riferiscono ad appunti, bozze, progressive versioni, comunicazioni epistolari e ricerche scritte di suo pugno o dattiloscritte.

GALLERIA DI ARTE AFRICANA “ALFIO GENNARO E ANTONINO BUTTITTA”

La Fondazione Buttitta ha acquisito alcune importanti donazioni di arte africana. Il primo nucleo dei beni è stato conferito dal Prof. Antonino Buttitta e, successivamente, grazie alla donazione della Signora Giulia Saladino, è stata acquisita una parte del patrimonio di oggetti di arte africana raccolti negli anni dal Dott. Alfio Gennaro. Tale patrimonio consiste in oggetti d’uso comune, oggetti di uso cerimoniale, vasi in ceramica, statue e statuette in legno e bronzo, maschere in legno, manufatti in pietra, gioielli e accessori di varia foggia e di differenti materiali (metallo, pietre colorate). Grazie al progetto di ASL con il Liceo Ragusa-Kyiohara sono state effettuate operazioni di catalogazione, inventariazione e documentazione fotografica del Fondo. Sono stati catalogati e inventariati circa 200 pezzi, alcuni dei quali di particolare pregio.

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