Tessere musive della storia letteraria greca. I frammenti comici

Tessere musive della storia letteraria greca. I frammenti comici

lezione di Bernhard Zimmermann, Universität Freiburg

Giovedì, 19 aprile 2018, ore 16

Palermo, Università degli Studi di Palermo

Campus edificio 15, aula 807 (piano VIII)

L’incontro è promosso dal Dipartimento Culture e Società, Corso di studi Scienze dell’Antichità dell’Università degli Studi di Palermo e dalla Fondazione Ignazio Buttitta, in collaborazione con  il Museo internazionale delle marionette Antonio Pasqualino e la Stiftung Humanismus heuteAlbert-Ludwigs Universität Freiburg (Fondazione Umanesimo oggi).

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Educazione linguistica e Patrimonio linguistico regionale

Educazione linguistica e Patrimonio linguistico regionale

Scuola e Università: un impegno condiviso per l’attuazione

della Legge Regionale 9/2011

 Mercoledì, 18 aprile 2018, ore 9.15

Palermo, Aula 11 del Polo Didattico (edificio 19 di viale delle Scienze)

L’iniziativa è promossa dal Dipartimento di Scienze Umanistiche dell’Università degli Studi di Palermo e dal Centro di Studi filologici e linguistici siciliani, in collaborazione con il GISCEL-Sicilia e l’ASLI scuola e con il Patrocinio della Fondazione Ignazio Buttitta.

L’obiettivo della giornata di studio è fare il punto su quanto è stato fatto e resta da fare – nelle scuole e con le scuole – in merito all’attuazione della legge regionale “Norme sulla promozione, valorizzazione e insegnamento della storia, della letteratura e del patrimonio linguistico siciliano nelle scuole” nel più ampio contesto dell’educazione linguistica plurilingue.

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“Imperdonabili” – presentazione del libro di Marcello Veneziani

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Palermo, Museo internazionale delle marionette Antonio Pasqualino

Domenica 25 marzo 2018, ore 10

Presentazione del volume

Imperdonabili

Cento ritratti di maestri sconvenienti

di Marcello Veneziani

Marsilio Editori

Insieme all’autore intervengono Ignazio Buttitta e Tommaso Romano

modera Rosario Perricone

Cosa accomuna Dante e Oriana Fallaci, Walter Benjamin e Yukio Mishima, Julius Evola e Umberto Eco? Ripensando alle voci che più lo hanno influenzato, Marcello Veneziani ha costruito un affascinante itinerario attraverso idee, opere e autori. Gran parte di questi può essere ricondotta a una particolare famiglia definita da Cristina Campo degli «Imperdonabili»: irregolari del pensiero che non si accontentarono del loro tempo, ma lo contraddissero, spesso creando nuove visuali o attingendo a tradizioni più antiche.

Percorrendo ambiti diversi – dalla filosofia alla letteratura, fino al grande giornalismo –, si raccontano tratti salienti, aspetti intriganti, sguardi e vite di ciascuno di questi maestri. Dai giganti, come Machiavelli e Schopenhauer, alle intelligenze pericolose di Michelstaedter e Heidegger; dagli spiriti inquieti di Wilde e Chatwin a Pirandello e Arendt, sismografi di un’epoca; dalle penne di Kraus e Guareschi, che hanno lasciato il segno, alle presenze oniriche e alle assenze profetiche di Goncarov e Zambrano: un ideario coerente, ma non organico, in cui si riflette la sensibilità di un conservatore curioso, a tratti reazionario, che ama la tradizione e pratica la ribellione, in rivolta contro le dominazioni della contemporaneità.

Un atlante di figure, scritture e pensieri.

Marcello Veneziani, giornalista e scrittore, ha fondato e diretto varie riviste. Ha scritto per diverse testate, tra cui «il Giornale», «Il Messaggero», «la Repubblica», «La Stampa», «L’Espresso» e «Panorama». Attualmente è editorialista de «Il Tempo». Autore di numerosi volumi, con Marsilio ha pubblicato Lettera agli italiani (2015), che ha ispirato un format teatrale portato in tour in tutta Italia, e Alla luce del mito (2017)

“Perchè non possiamo dirci “indipendendisti” – presentazione del volume

Palermo, Museo internazionale delle marionette Antonio Pasqualino

Venerdì 23 marzo 2018, ore 18

 Presentazione del volume

Perché non possiamo non dirci «indipendentisti»

di Lanfranco Caminiti

DeriveApprodi, 2017

Intervengono, oltre all’autore, Gabriella Palermo e Monica Modica

Modera Rosario Perricone

Venerdì 23 marzo alle ore 18.00 si terrà presso il Museo Internazionale delle marionette Antonio Pasqualino (p.tta A. Pasqualino 5, trav. via Butera) la presentazione del nuovo libro di Lanfranco Caminiti Perché non possiamo non dirci «indipendentisti», edito nell’ottobre del 2017 da DeriveApprodi.

L’incontro è promosso dalla redazione Antudo.info, portale di informazione indipendentista, con la collaborazione di Zabùt- centro studi e di documentazione delle lotte sociali, della Fondazione Ignazio Buttitta e del Museo internazionale delle marionette Antonio Pasqualino e si inserisce nel quadro di iniziative atte alla promozione della cultura siciliana e alla ricostruzione della memoria identitaria del suo popolo.

Scrive Caminiti nel suo libro: “…L’indipendentismo è qualcosa da cui veniamo, che è alle nostre spalle, e verso il quale non possiamo mostrarci indifferenti: in molti sensi, non possiamo non dirci «indipendentisti». L’indipendenza, invece, è quello verso cui andiamo. Non in un indefinito futuro, ma qualcosa che dobbiamo preparare noi. Questa contraddizione va vissuta fino in fondo, estraniarsene significherebbe perdere uno straordinario veicolo sociale di comunicazione nel territorio cui le nostre pratiche di ribellione e lotta appartengono. È vero, può esserci ambiguità e fraintendimento, ma la purezza linguistica non è quello che ci interessa. Ci interessa, piuttosto, costruire pratiche di indipendenza, e queste non possono che essere spurie, avere dentro di sé delle aporie. Per usare un termine in voga, dei populismi.

Se il capitale ha invaso ogni anfratto della nostra vita quotidiana nel territorio, se il capitale estrae plusvalore dal territorio e dal suo lavoro vivo, significa che il territorio è ormai preda del capitale. L’alienazione del lavoro da sé è oramai alienazione del territorio da sé. Altro che liberare la Sicilia! Non è certo il capitale quello che vogliamo liberare. Dovremmo noi, liberarcene, liberarci dalla Sicilia, come vogliamo liberarci dai rapporti di capitale. Esiste invece, qui e ora, la contraddizione viva tra lavoro in potenza e capitale in atto: qui, nel territorio, ora, in Sicilia. La Sicilia è l’anello debole della forma-Stato della nazione Italia. Per questo lottiamo per l’indipendenza dai rapporti di capitale e non possiamo non dirci «indipendentisti»”.

Intervengono Lanfranco Caminiti, autore del libro; Gabriella Palermo, redazione Antudo.info; Modica Monica, Fondazione Ignazio Buttitta; modera Rosario Perricone, direttore del Museo internazionale delle marionette Antonio Pasqualino.

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Convegno Cultura Visuale in Italia. Prospettive della ricerca

La Fondazione Ignazio Buttitta patrocina il Convegno internazionale

CULTURA VISUALE IN ITALIA

Prospettive della ricerca

19-21 marzo 2018

Palermo, Museo internazionale delle marionette Antonio Pasqualino

Dal 19 al 21 marzo si terrà presso il Museo internazionale delle marionette Antonio Pasqualino il convegno internazionale “Cultura visuale in Italia. Prospettive della ricerca”. Lunedì 19 si terranno le lezioni magistrali dei professori WJT Mitchell (University of Chicago) e Carlo Severi (EHESS) due protagonisti della cultura visuale contemporanea. Il Rettore, prof. Fabrizio Micari, consegnerà ai due insigni studiosi il sigillo dell’Università degli Studi di Palermo, anche per sottolineare che l’ateneo palermitano è stato il primo in Italia ad attivare l’insegnamento di “Cultura visuale” nei corsi magistrali di Scienze della Comunicazione tenuto dal prof. Michele Cometa, responsabile scientifico del convegno.
Seguirà il 20 e il 21 il colloquio internazionale dedicato al futuro della disciplina cui partecipano i più importanti rappresentanti della ricerca italiana e europea tra cui Mauro Carbone, Giovanni Careri, Vittorio Gallese, Alessandra Violi, Angela Mengoni, Roberto De Gaetano, Roberto Pinto, Krešimir Purgar e circa cinquanta altri studiosi accreditati.

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Presentazione del volume Bobi Bazlen. L’ombra di Trieste – 23 Febbraio 2018

Palermo, Museo internazionale delle marionette Antonio Pasqualino

Venerdì 23 febbraio 2018, ore 17.00

Presentazione del volume

Bobi Bazlen. L’ombra di Trieste

di Cristina Battocletti

(La nave di Teseo)

Insieme all’autrice intervengono Ignazio Buttitta e Tommaso Romano

modera Rosario Perricone

La Fondazione Ignazio Buttitta, in collaborazione con Fondazione Thule Cultura, Museo internazionale delle marionette Antonio Pasqualino e Libreria Broadway, promuove un incontro con Cristina Battocletti, autrice del volume Bobi Bazlen. L’ombra di Trieste, edito da La nave di Teseo. Insieme all’autrice intervengono Ignazio Buttitta e Tommaso Romano, modera Rosario Perricone.

Grazie a lettere, documenti mai visti e nuove testimonianze Cristina Battocletti compone un ritratto inedito del fondatore di Adelphi, Bobi Bazlen, partendo da Trieste, città dove è nato nel 1902: la scoperta di Svevo, di Kafka e Musil, il carteggio inedito con Pier Antonio Quarantotti Gambini, i retroscena del legame reciso con il poeta Umberto Saba e la figlia Linuccia. L’ombra lunga di una città che ha lasciato un segno indelebile nell’uomo che ha cambiato il volto della cultura europea del ‘900.

“Bobi Bazlen è un nome astruso, sconosciuto ai più, e pur con quel cognome poco italiano è stato uno degli uomini che maggiormente hanno influenzato la cultura del nostro paese nel dopoguerra. Sfuggente, misterioso, è rimasto “un’icona nell’ombra”.  Così inizia la ricognizione di una delle figure che hanno dato avvio al Novecento, fondatore assieme a Luciano Foà di Adelphi, consulente di Einaudi e delle più importanti case editrici italiane.

Cristina Battocletti,  grazie all’accesso a centinaia di documenti inediti e privati, racconta come Bobi Bazlen (Trieste 1902 – Milano 1965) sia all’origine della scoperta di Italo Svevo e della pubblicazione di molta letteratura mitteleuropea fino ad allora sconosciuta, tra cui Franz Kafka e Robert Musil. Capace di leggere indifferentemente in tedesco, italiano, inglese e francese indovinava il valore dei libri in base al fatto che avessero “il suono giusto”. Affascinato da oroscopi e mappe astrologiche, aveva una cultura vastissima che si spingeva fino all’antropologia e all’arte primitiva. Di madre ebrea e padre cristiano evangelico, da adulto abbracciò il taoismo e le filosofie orientali. Imprendibile, misterioso, bizzarro anche nel vestiario, è rimasto sempre nell’ombra. Chi era dunque, Roberto, Bobi, Bazlen? Perché ha lasciato fantasmi irrisolti? Perché era amato da tanti, come la poetessa Amelia Rosselli, e avversato da altri, come il regista Pier Paolo Pasolini e lo scrittore Alberto Moravia? Una vita piena di passioni, amicizie profonde e frequentazioni di intellettuali come Elsa Morante, sofferenze, sullo sfondo della grande storia del Novecento. Dalle mattinate passate nella bottega di Umberto Saba al dialogo ininterrotto con Eugenio Montale, all’avventura della psicoanalisi, con Edoardo Weiss e Ernst Bernhard, di cui fu uno dei primi pazienti. Questo libro racconta un Bazlen inedito, partendo da Trieste, che lasciò a 32 anni senza farvi (forse) più ritorno.

Cristina Battocletti, nata a Udine, è vice responsabile della “Domenica” del Sole 24 Ore. Critica cinematografica, ha pubblicato il suo primo testo, selezionato al Grinzane Cavour,  nei “Racconti del sabato sera” (Einaudi, 1995). Ha scritto a quattro mani la biografia di Boris Pahor, “Figlio di nessuno” (Rizzoli, 2012), Premio Manzoni come miglior romanzo storico. Nel 2015 ha pubblicato il romanzo “La mantella del diavolo” (Bompiani), che ha vinto il Premio Latisana per Il Nord Est ed è stato finalista ai Premi Bergamo, Rapallo e Asti.

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Presentazione del volume Antropologia e letteratura – di Antonino ed Emanuele Buttitta – Sellerio Editore

Palermo, Libreria Modus Vivendi

Domenica 11 febbraio 2018, ore 11.00

Presentazione del volume

Antropologia e letteratura

di Antonino ed Emanuele Buttitta

Sellerio editore Palermo

Domenica 11 febbraio alle ore 11.00, a Palermo, presso la Libreria Modus Vivendi (via Quintino Sella 79) Pietro Clemente e Alessio Giannanti discuteranno con Emanuele Buttitta di Antropologia e letteratura (Sellerio editore Palermo), il volume scritto insieme al padre Antonino, uno degli intellettuali che hanno segnato gli studi antropologici in Italia negli ultimi cinquant’anni.

In Antropologia e letteratura, gli autori, utilizzando concetti e strumenti di analisi propri dell’Antropologia, studiano i testi letterari per enuclearne i significati, intendere la concezione del mondo dei loro autori e, attraverso essa,  comprendere L’Uomo.

Si tratta, dunque, in primo luogo di una ricerca che consente di riconoscere che la letteratura è strumento essenziale per la comprensione della cultura popolare, ove motivi e forme della tradizione vi siano assunti; e che la lettura dei fatti e dei fenomeni di interesse demologico presenti negli scritti di singoli autori è necessaria alla loro interpretazione e collocazione storico-culturale.

Ma è in definitiva un percorso che li porta a rilevare la maggiore potenzialità veridica della letteratura sull’uomo rispetto alle scienze umane e alla stessa Antropologia; e a spiegarne le ragioni. «Lo scrittore, cercando l’uomo, trova gli uomini; l’antropologo, ma anche il sociologo, lo storico, etc., osservando gli uomini, troppo spesso perdono l’uomo. Il mondo si trasforma in un regno di astrazioni quantitative. I vivi e i morti si contano in numeri e dispare quanto di attese e passioni, gioia e pena, sostanzia e rende reale la loro esistenza. Si perde insomma l’identità e si dissolve la tensione invisibile che, pur occultandosi nei loro atti, di fatto li anima e li fa vivere. Si tratta però di rare eccezioni. Quale antropologo, ma anche sociologo, storico ha restituito la società russa o centro e sudamericana, di un preciso tempo, come Gògol e Tolstoj, Carpentier e García Márquez?» (A. Buttitta). Si tratta di uno dei temi oggi più discussi nel dibattito epistemologico delle scienze storiche, antropologiche e letterarie.

Informazioni:

Fondazione Ignazio Buttitta

info@fondazionebuttitta.it

tel. 091 7026433 / 333 2188325

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Convegno di studi – Identità e Linguaggio – Nel ricordo di Antonino Buttitta

Convegno di studi 

Identità e Linguaggio

Parole, cose, fatti della cultura tradizionale siciliana

Nel ricordo di Antonino Buttitta

Il Centro studi filologici e linguistici siciliani insieme con  la Fondazione Ignazio Buttitta, il Centro Studi Zabùt e il Museo internazionale delle marionette Antonio Pasqualino organizzano, nelle giornate del 14 e 15 dicembre 2017, presso la Scuola delle Scienze Umane e del Patrimonio Culturale dell’Università di Palermo (ex Facoltà di Lettere e filosofia – edificio 12, Aula Magna) un Convegno di studi che rifletta sull’identità linguistica e sulla cultura tradizionale siciliana.

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Etnografie del contemporaneo 2016 programma-identita-e-linguaggio-14-15-12-2017-page-002

IL SACRO DEGLI ALTRI – Culti e pratiche rituali dei migranti in Sicilia

IL SACRO DEGLI ALTRI

Culti e pratiche rituali dei migranti in Sicilia

Immagini di Attilio Russo e Giuseppe Muccio

Comitato scientifico

Sergio Todesco, Ignazio Buttitta, Sergio Bonanzinga, Rosario Perricone, Monica Modica

Cura e allestimento di Monica Modica

Palermo, Teatro Mediterraneo Occupato

24 novembre 2017, ore 18

 

La Fondazione Ignazio Buttitta nell’intendimento di valorizzare e promuovere la conoscenza dell’attività svolta da fotografi siciliani, inaugura il 24 novembre alle ore 18 a Palermo presso il Teatro Mediterraneo Occupato  (Via Martin Luther King , Padiglione 1, Fiera del Mediterraneo) la mostra fotografica IL SACRO DEGLI ALTRI. Culti e pratiche rituali dei migranti in Sicilia, volta alla conoscenza dei culti e delle pratiche rituali dei migranti in Sicilia. Le immagini sono di Attilio Russo e Giuseppe Muccio, il Comitato scientifico è composto da Sergio Todesco, Ignazio Buttitta, Sergio Bonanzinga, Rosario Perricone e Monica Modica; la cura e l’allestimento sono di Monica Modica.

 

La mostra propone 70 straordinarie immagini provenienti da diverse località siciliane e una presentazione  digitale di circa 300 immagini in slide multimediale che documentano,  in tutta la loro variegata fenomenologia, la quantità e qualità dei culti introdotti dalle comunità di migranti che, per varie ragioni e in tempi diversi, si sono stanziate in Sicilia arricchendone il panorama demografico e culturale. Saranno esposte immagini dei culti dei Buddisti di Catania, degli Induisti e dei Tamil di Palermo, dei Musulmani di Palermo e Catania, dei Buddisti di Comiso e Messina,  degli Ebrei di Siracusa e degli Induisti di Catania.

Autori delle immagini sono il messinese Attilio Russo ed il siracusano Giuseppe Muccio, da decenni impegnati nella documentazione delle feste religiose e delle pratiche cultuali siciliane. Essi ci offrono attraverso questo originale portfolio una dimostrazione di come il nostro territorio sia divenuto spazio di pratiche sacrali e di atti di interlocuzione con la divinità assai distanti, e per forma e per contenuti, dalle nostre fedi e dalle nostre tradizioni religiose. Lo fanno con uno sguardo “antropologico” cui sono sottese un’umana partecipazione, una lucida comprensione delle culture tutte, la cui mirabile varietà non viene mai avvertita come un problema quanto piuttosto come un arricchimento.

L’esposizione è accompagnata da musiche, salmodie, recitazioni e canti selezionati da Sergio Bonanzinga.

La mostra, promossa alla Fondazione Ignazio Buttitta in collaborazione con il Teatro Mediterraneo Occupato e con l’Associazione per la conservazione delle tradizioni popolari / Museo internazionale delle marionette Antonio Pasqualino,  sarà inaugurata il 24 novembre alle ore 18 e sarà visitabile fino al 4 dicembre dalle ore 16 alle ore 20.

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Il Sacro degli Altri (pieghevole 18x18)

Premio Internazionale Giuseppe Cocchiara per gli Studi Demo-Etno-Antropologici 2017

PALERMO / MISTRETTA

17 – 18 novembre 2017

Premio Internazionale Giuseppe Cocchiara per gli Studi Demo-Etno-Antropologici assegnato nel 2017 all’antropologa rumena Otilia Hedeșan

 Il 17 novembre 2017, alle ore 17 presso il Museo internazionale delle marionette Antonio Pasqualino a Palermo, si terrà cerimonia di consegna del Premio Internazionale Giuseppe Cocchiara per gli Studi Demo-Etno-Antropologici, istituito nel 2014 dalla Federazione Italiana Tradizioni Popolari in collaborazione con il Comune di Mistretta. Il premio è intestato al grande studioso che, nella prima metà del Novecento, partendo da Mistretta, sua città natale, ha gettato le basi di quella che poi fu l’antropologia moderna ed “è volto a dare giusto riconoscimento agli studiosi italiani e stranieri che, con le loro ricerche teoriche, metodologiche e sul campo, conducono indagini in diversi ambiti delle discipline demoetnoantropologiche riguardanti le differenti realtà socio-culturali. L’iniziativa del premio si colloca nel quadro dell’importanza che in Sicilia, già a partire dalla fine dell’Ottocento fino ad oggi, hanno avuto gli studi demo-etno-antropologici nel panorama intellettuale italiano con le attività di ricerca e documentazione etno-antropologiche condotte da Giuseppe Pitrè, Salvatore Salomone Marino, Giuseppe Cocchiara, Giuseppe Bonomo, Antonino Buttitta e Aurelio Rigoli.

 Nel 2017, la Scuola delle Scienze Umane e del Patrimonio Culturale dell’Università degli Studi di Palermo, la Fondazione Ignazio Buttitta e l’Associazione per la conservazione delle tradizioni popolari – Museo internazionale delle marionette Antonio Pasqualino, con la partecipazione della Fondazione Federico II, nell’intento di creare momenti di incontro e di scambio nel comune obiettivo di sostenere lo studio e l’interesse per i beni demo-etno-antropologici italiani, si sono candidati a ospitare a Palermo la quarta edizione del Premio. La proposta è nata dalla volontà di sottolineare la rilevanza che Giuseppe Cocchiara ebbe nella città di Palermo, presso la cui Università fondò una scuola etnoantropologica che per decenni ha formato illustri studiosi e prodotto opere fondamentali per l’Antropologia internazionale.

 La Commissione (composta da tre rappresentanti delle discipline demoetnoantropologiche afferenti gli Atenei di Palermo, Catania e Messina, dalla Consulta Scientifica e dell’Assessore alla Cultura della Federazione Italiana Tradizioni Popolari oltre che da un rappresentante del Comune di Mistretta) nel 2017 ha deliberato di conferire il Premio a Otilia Hedeșan, etnologa rumena della West University di Timișoara (Romania).

Il riconoscimento, che negli anni ha acquisito prestigio e importanza, nel 2016 è stato assegnato a Luigi Maria Lombardi Satriani, nel 2015 a Nestor Garcia Canclini dell’Università di Città del Messico, nel 2014 a Antonino Buttitta dell’Università di Palermo.

 L’iniziativa prosegue il 18 novembre a Mistretta, presso il Palazzo della cultura Mastrogiovanni Tasca con un incontro previsto per le ore 10.30, coordinato dal Vice Sindaco di Mistretta Vincenzo Oieni, alla presenza del Sindaco Liborio Porracciolo, a cui parteciperanno il Direttore del Museo Etno-Antropologico Regionale di Mistretta, Giovanni Anastasio, il Dirigente scolastico dell’Istituto Manzoni Antonietta Amoroso. Nell’occasione il Presidente della FITP Benito Ripoli parlerà del conferimento del Premio a Otilia Hedeșan e la premiata illustrerà le ricerche sulle tradizioni culturali delle comunità rumene.

 

OTILIA HEDEŞAN (1962) è una etnologa rumena, docente di Civiltà Rumena e direttore della Scuola di Dottorato dell’Università di Timişoara.  Dal 2016 è coordinatrice del RHeA – Research Center for Heritage and Cultural Anthropology, dal 2014 Presidente dell’ASER – Romanian Ethnologic Sciences Association.  Dal 2008 al 2015 è stata membro della Commissione Nazionale Rumena per la tutela del Patrimonio immateriale. Ha condotto ricerche sulle tradizioni culturali delle comunità rumene come diaspora; sulla storiografia dell’etnologia rumena durante i periodi comunista e post-comunista; sulla mitologia dall’antichità fino ai giorni nostri e ricerche di campo sulle tradizioni popolari nelle seguenti regioni e paesi: Banat (regione sud-occidentale della Romania), Serbia (Banat, Valle Morava, Timoc Valley), Ungheria, Ucraina (Transcarpazia), Repubblica di Moldova. Tra le sue pubblicazioni: The memories of a prodigious storyteller: Mărioara Sârbu, Timișoara, Editura Universității de Vest, 2015, in cui vengono analizzate le memorie di Mărioara Sârbu, un narratore molto popolare di grande interesse per la documentazione etnografica; Do you understand me, my daughter…, Field notes from the Morava Valley, Bucureşti, Paideia, 2007 in cui si documenta una ricerca sul campo nella valle della Morava per individuare i sistemi di conservazione e di recupero del folklore come patrimonio identitario di una minoranza; The anthropology reader´s anxiousness, Timişoara, Marineasa, 2006, in cui vengono affrontate le  problematiche che emergono nelle indagini antropologiche e che coinvolgono gli studiosi nei diversi momenti e aspetti delle ricerche; Folklore. What do we do with it?, Timişoara, Editura Universităţii de Vest, 2001, Nell’opera viene impostato un quesito particolarmente interessante che ha caratterizzato il dibattito etno-antropologico degli ultimi tempi. Sulla storiografia folklorica rumena è particolarmente interessante il lavoro pubblicato in collaborazione con Marcel Cornis-Pope sul folklore nella letteratura rumena The Question of Folklore in Romanian Literary Culture, în History of the Literary Cultures of East-Central Europe, Virginia Commonwealth University / University of Amsterdam, 2007. Sempre del 2007 è Seven essays about the undead, lavoro premiato dall’Unione degli Scrittori Rumeni, sede di Timisoara, nella sezione “saggio critico-letterario”. Nell’opera sono raccolti sette saggi su operatori nel settore del cosiddetto “sacro” in opposizione al profano. In particolare, il lavoro si basa su racconti popolari che riguardano demoni (non morti o fantasmi), ovvero, creature fantastiche, spiriti maligni che non possono trovare riposo e tornano ad infastidire i vivi, fenomeno che, per certi aspetti, rimanderebbe alla tradizione rumena dei vampiri. Otilia Hedeşan ha pubblicato altri lavori in opere collettanee affrontando, per esempio, l’importanza della tutela e valorizzazione dei beni immateriali in Romania (2009) e il ruolo delle donne rumene in Ungheria (2017).

 Il Premio Internazionale Giuseppe Cocchiara per gli Studi Demo-Etno-Antropologici 2017 è promosso dalla Federazione Italiana Tradizioni Popolari e dal Comune di Mistretta con la collaborazione della Scuola delle Scienze Umane e del Patrimonio Culturale dell’Università degli Studi di Palermo, della Fondazione Ignazio Buttitta e l’Associazione per la conservazione delle tradizioni popolari – Museo internazionale delle marionette Antonio Pasqualino, con il sostegno della Fondazione Federico II e il patrocinio dell’Assemblea Regionale Siciliana e del Comune di Palermo.

Premio Cocchiara (pieghevole 10,5x21)


Premio Cocchiara (pieghevole 10,5x21)

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